Sequestro di 1,6 milioni
a due cooperative
L’accusa è frode fiscale

Intimiano “Atanor” e “Facility & Management Group” figurano aver sede (fittizia?) in piazza IV Novembre. Sono indagati amministratore di fatto e due prestanome

Quando i finanzieri del Gruppo di Como si sono messi a verificare la corrispondenza dei numeri delle fatture che risultavano compilate da chi le aveva emesse, hanno notato subito che il beneficiario non era lo stesso. Vesti grafiche diverse, destinatari che cambiavano, insomma in quadro d’insieme che non tornava per nulla.

«Rapporti interrotti dal 2017»

È iniziata in questo modo l’indagine – che trae origine da due accertamenti tributari compiuti dalle fiamme gialle – che ha portato a scoprire due cooperative che, secondo quella che è l’accusa, avrebbero emesso tra il 2017 e il 2019 una serie di fatture per operazioni inesistenti che avrebbero portato ad una importante frode al fisco perpetrata nel settore delle pulizie e della legatoria.

Nel mirino sono finite la “Facility & Menagement Group Società Cooperativa” e il “Consorzio Atanor Società Cooperativa”, attività che avevano le sede legale all’apparenza in piazza IV Novembre a Capiago Intimiano, in uno stabile in cui tuttavia lo studio professionistico dove avrebbero dovuto appoggiarsi ha dichiarato di avere interrotto ogni rapporto con le coop in questione fin dal 2017.

Secondo la guardia di finanza, insomma, decisiva per l’indagine – tesi poi accolta anche dal gip di Como Andrea Giudici che ha emesso un sequestro preventivo da un milione e 644 mila euro – sarebbe stata proprio «la mancata corrispondenza tra i numeri delle fatture» nelle mani delle società e «i registri degli emittenti», con elementi che «confermano definitivamente la falsità dei documenti verosimilmente creati ad arte dagli indagati».

A tal proposito, con l’ipotesi di reato di essere stati coinvolti nella frode, la procura di Como (pm Simona De Salvo) ha iscritto tre persone sul registro degli indagati, ovvero il presunto amministratore di fatto delle due società (un cinquantaseienne di Cormano) e le due “teste di legno” che amministravano di fatto le coop, da una parte la moglie (una rumena di 47 anni) e dall’altra un italiano sessantunenne di Milano.

Fatture per operazioni inesistenti

L’annuncio dell’operazione e del sequestro preventivo accordato dal giudice è stata data direttamente dalla guardia di finanza. «Le attività di polizia giudiziaria – si legge nel comunicato - scaturite a seguito di un costante monitoraggio di plurime società cooperative operanti nel territorio lariano, hanno permesso di disarticolare il sistema di frode, posto in essere tra il 2017 ed il 2019, mediante la costituzione di due società cooperative (la Atanor e la Facility appunto, ndr), aventi la finalità di creare indebiti crediti Iva, nonché ridurre significativamente l’imponibile da sottoporre a tassazione mediante costi fittizi».

Il presunto sistema di frode è stato ricostruito grazie ad accertamenti documentali e bancari effettuati dai militari che hanno portato alla individuazione del meccanismo ritenuto fraudolento, consistito nella creazione materiale di fatture false, intestate artificiosamente a «molteplici persone giuridiche nazionali, le quali non sono risultate essere le reali emittenti dei documenti fiscali», non avendo intrattenuto rapporti commerciali con le società oggetto del provvedimento giudiziario.

Gli imprenditori dovranno rispondere, a vario titolo alle ipotesi di reato di utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione e occultamento e distruzione di scritture contabili.

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