Tragedia in treno: due precedenti
«Il braccio incastrato, che paura»

Un passeggero bloccato l’8 agosto a Cantù Cermenate: mi sono scorticato per liberarmi

«Anche io, alla stazione di Cantù-Cermenate, ho rischiato di rimanere incastrato nella porta e di finire trascinato dal treno. Non c’era il capotreno a controllare sulla banchina mentre stavo salendo in carrozza. Sono riuscito a sfilare il braccio dalla porta. Ma mi sono venuti i brividi nell’apprendere, in questi giorni, cosa è successo a quel signore che, invece, è rimasto bloccato ed è morto».

A parlare è un imprenditore artigiano di 56 anni, di Cantù, impallidito per quanto accaduto martedì all’uomo ancora senza identità, carnagione bianca, tra i 30 e i 40 anni, forse un italo-svizzero, bloccato per un piede nella porta mentre stava scendendo ad Albate-Camerlata, strisciato sulla banchina del binario 2, poi sullo sterrato e ancora per i quattro chilometri di binari, fino alla stazione di Cucciago.

Non sarebbe nemmeno l’unico caso. C’è chi, in queste ore, ha ricordato quanto accaduto nell’ottobre del 2015. Proprio alla stazione di Albate-Camerlata, sempre sulla stessa linea di Cantù-Cermenate, la Milano-Como-Chiasso. In quel caso, toccò a un’alunna di 9 anni rimanere incastrata tre le porte: la mamma tirò il freno di emergenza. Che nessuno tra i passeggeri, invece, ha usato martedì. Quando alle 13.28 il treno è partito verso Cucciago, a bordo si sono sentite delle urla. Ma nessuno si è alzato per vedere cosa stesse succedendo.

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