«Un capannone industriale
non può essere moschea»
Cantù, il Comune vince al Tar

Un capannone costruito per uso commerciale, industriale o artigianale non può essere utilizzato come «luogo di culto», dove entrano centinaia di persone in occasione di «feste religiose», con un rilevante impatto urbanistico. Lo afferma il Tar della Lombardia nella sentenza con cui ha confermato il provvedimento del Comune di Cantù con il quale, nel giugno dello scorso anno, l’amministrazione ha ordinato all’associazione culturale “Assalam” di smetterla di servirsi di un immobile di via Milano, al centro di polemiche negli ultimi anni, come luogo di preghiera anche in occasione del Ramadan.

I giudici milanesi della seconda sezione del Tar nel respingere nel merito il ricorso dell’associazione contro l’ordinanza comunale spiegano che «il rilevante numero di persone che entra nell’immobile, in occasione delle feste religiose» rappresenta un utilizzo «dei locali che, per la sua incidenza urbanistica ed edilizia, necessita del previo rilascio di un permesso di costruire” specifico.

È stato annullato dai giudici, invece, accogliendo una parte del ricorso dell’associazione, un successivo provvedimento del Comune che aveva intimato la «consegna chiavi finalizzata all’immissione in possesso dell’immobile».
I servizi su “La Provincia” di martedì 28 agosto 2018

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