Vaccinati o sospesi dal lavoro
Linea dura con i “no vax”
nelle case di riposo a Cantù

Lettera della Fondazione Garibaldi Pogliani a 9 tra infermieri e Oss. Linea della fermezza nelle tre Rsa: in alternativa le ferie forzate

O il vaccino o niente lavoro. È questo quanto si afferma nella lettera a nove dipendenti tra infermieri e operatori socio-sanitari, tutti non vaccinati, alcuni indecisi sul sottoporsi o meno alla profilassi, altri più orientati su posizioni “no vax”, firmata dalla direzione sanitaria della Fondazione Garibaldi Pogliani, la onlus che ha in gestione tre Rsa, due a Cantù - in via Galimberti e in via Fossano - e una a Capiago Intimiano. Senza il vaccino: ferie forzate o sospensione dal servizio. Tra i dipendenti, qualcuno sta valutando come procedere. Altri, con un ripensamento, hanno chiesto informazioni per vaccinarsi.

«Recentemente vi sono state chiare prese di posizione da parte del Governo italiano che impegnano a prevedere una norma che renda obbligatoria la vaccinazione per il personale sanitario - si legge nella lettera - poiché risulta che la Signoria Vostra non è ancora stata vaccinata, si invita a provvedere in tal senso».

Richiamo alla sicurezza sul lavoro

Ma questo, anche se il Governo non dovesse decidere nulla: «Infatti, a prescindere dalla emanazione di una normativa specifica, la Fondazione ritiene di avvalersi della norma già esistente del decreto legislativo 81/2008». Sicurezza del lavoro: «Articolo 279: il datore di lavoro, previo parere del medico competente, adotta misure protettive, tra cui la messa a disposizione di vaccini per quei lavoratori che non sono già immuni dall’agente biologico presente nella lavorazione».

Il parere medico

Chi non è vaccinato, per la Fondazione, non è idoneo al lavoro. «Il medico competente - prosegue la lettera - ha già espresso alla Fondazione il suo parere in ordine alla non idoneità del personale non vaccinato alla mansione. Non solo espone pazienti estremamente fragili al rischio di contagio, ma rischia di contagiare se stesso, nel caso in cui ospiti nuovi ingressi si rilevino positivi successivamente all’accesso alla struttura». Con il rischio di responsabilità giuridiche da parte del datore di lavoro per non aver adottato le misure necessarie.

«Pertanto, onde evitare di essere messo in ferie o in sospensione dal servizio - prosegue la lettera - si chiede di provvedere prontamente alla vaccinazione. La Fondazione non ha al momento la possibilità di avere vaccini per i dipendenti presso le proprie strutture, pertanto si invita a provvedere direttamente tramite Asst Lariana. Chi non intende vaccinarsi è pregato di comunicarlo, sarà sottoposto all’accertamento da parte del medico del lavoro e, in caso di inidoneità, sospeso dal servizio, in considerazione dell’impossibilità per l’ente di collocazioni alternative».

«Si tratta in tutto soltanto di 9 dipendenti - spiega il presidente di Garibaldi Pogliani Silvano Cozza - qualcuno ci sta ripensando e ha chiesto infatti informazioni su come vaccinarsi. Si tratta di infermieri e Oss: chi più, chi meno, sono in contatto con anziani, che però sono stati già vaccinati. Qualcuno pensava di sottoporsi alla vaccinazione ma poi si è tirato indietro. Altri sono no vax».

«Aspettativa non retribuita»

Non sono ricollocabili in altri ambiti. «Ci servono al loro posto - ricorda Cozza - se non si vaccineranno, andranno in ferie e poi in aspettativa non retribuita. Ma credo che la nostra sia un’anticipazione di quanto poi arriverà dal Governo».

Christian Galimberti

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