Leggo le sacrosante considerazioni del sen. Luciano Forni. Vengono elencate le "pietre miliari" o le "brillanti realizzazioni" portate a termine dalla attuale amministrazione nel corso del 2009. Con simili risultati l’opposizione dovrebbe correre a mani basse alla prossima tornata elettorale, ma mi chiedo e vi chiedo: dov’è e qual è l’opposizione che i cittadini dovrebbero votare? Quale esponente si è particolarmente distinto per meritare la futura fiducia dei comaschi?
Forse in questo periodo mi sono distratto, troppo preoccupato ad osservare l’orribile baratro in cui Como è precipitata (e speriamo di averne visto il fondo, cosa di cui non sono troppo convinto), ma non mi è sembrato di vedere nessuno capace di "approfittare" di quanto accaduto e in possesso delle qualità necessarie a risollevare questa povera nostra città.
Se esiste, che si faccia avanti. Batta tre colpi! Diversamente, e mi vergogno di quello che dico, mi sento di prevedere una enorme montagna di schede bianche cadere sulla nostra città. Altro che "emergenza neve"! Ci vorrebbe una buona ripulita generale, facce nuove disposte a lavorare con serietà, senza arroganza. Solo così si potranno convincere i comaschi a tornare a votare. Troppo facile dire:"chi è causa del suo mal..." Purtroppo molti hanno votato basandosi su quanto offriva il mercato. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Si faccia avanti chi all’orizzonte vede qualche cosa di nuovo. Non molto tempo fa qualcuno disse: «Noi ci mettiamo la faccia». Quella faccia se l’è giocata! Aspettiamo che la Befana ci porti facce nuove...
Aldo Maero
Caro signor Maero,
il suo è il primo centro dell’anno. Questo è il peccato originale d’una città diventata ingovernabile per due motivi: l’impalpabilità dell’opposizione e la conseguente necessità della maggioranza (anche se presto degenerata a livelli insopportabili) di costruirsi un’opposizione intestina. Gli anticorpi servono sempre. In una democrazia come contrappesi per idee, proposte. E quando è il caso, per polemiche anche feroci. A Como, invece, al di là dei minuetti da consiglio comunale - meglio se le telecamere sono accese - non si riesce ad andare. Così, senza il controllo di un’opposizione con la schiena dritta, la maggioranza come minimo fa flanella. E come massimo si fa etimologicamente gli affari suoi. Da tutto ciò escluderei due fieri oppositori allo status quo della palude: Mario Lucini e Alessandro Rapinese. Soft il primo, ruspante il secondo. Entrambi, comunque, legittimamente in trincea.
Giorgio Gandola
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