Caro direttore,
ho letto con estrema attenzione le esternazioni del nostro sindaco in merito alla città di Como, riferite al suo tessuto sociale, politico ed imprenditoriale.
Al riguardo non entro nel merito, essendo ognuno di noi libero di pensare come meglio ritiene. Sono d’accordo quando dice che a Como è difficile fare squadra ed è estremamente difficile amministrare, ma non posso non pormi una domanda quando il dottor Bruni si riferisce esplicitamente ai "poteri forti" che comandano nella città.
La ritengo un’affermazione molto esplicita e pesante ed è opportuno che tali dichiarazioni debbano essere molto chiare ed esaustive, perché un cittadino, leggendole, non abbia a farsi "cattivi pensieri".
Io, che da cinquant’anni svolgo la professione di ragioniere, credo di conoscere sufficientemente la città ed ho cercato di scoprire quali sono i poteri forti che regnano a Como: i nostri politici? No senz’altro e credo che a Como l’unico politico sia il senatore Butti, gli altri non lo sono; I costruttori? Mi sento di escluderli;
Gli imprenditori? No senz’altro, hanno ben altri e più gravi pensieri per la testa; I commercianti? Sono assolutamente impegnati nel cercare di risolvere i loro mille problemi e di far quadrare con molta fatica i loro bilanci.
Mah, non riesco proprio a capire! Ma forse il dottor Bruni, come poteri forti, si è riferito alla corrente politica cui appartiene? Con i più cordiali saluti.
Antonio Pennestrì
Caro Antonio,
più che dei poteri forti (spesso agitati come fantasmi nell’immaginare complotti) questa città è prigioniera di pensieri deboli. L’uscita del sindaco dimostra la fragilità della politica nella Como di oggi. E una certa ingovernabilità determinata da una maggioranza che - come ha sottolineato lui - non riesce a trovare motivazioni per seguirlo in questo impervio secondo mandato.
Il potere più forte, con una percentuale di consensi appena scalfita da un autogol epocale come il muro, è proprio quello del sindaco. Se non gli piace il programma che sta guardando e non s’accorge di avere il telecomando in mano, si prenda una vacanza in montagna. A volte serve.
Giorgio Gandola
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