Quant'è lontano il palazzo dalla città reale, lo si è visto lunedì sera, in consiglio comunale, durante il dibattito e la votazione della delibera presentata da Bruno Magatti per Paco, relativa alle problematiche dei "senza fissa dimora". Una delibera costruita con le associazioni che da anni si occupano del disagio estremo, che chiedeva risorse ed impegno per aiutarle a trovare in città qualche nuovo spazio, per favorire l'accoglienza e ridurre l'emarginazione. Associazioni, volontari cattolici e laici che da anni sopperiscono e supportano la politica a sostegno dei più deboli. Una delibera costruttiva, aperta a qualsiasi contributo. Ma da parte della maggioranza che governa la città, nessun intervento. Il centro destra compatto, meno due astensioni, ha votato rosso; la delibera è stata respinta.
Mi chiedo: come si fa a non intervenire su problematiche che riguardano tante persone? Emarginati che vagano per la città e nelle periferie di giorno, e la notte dormono avvolte in coperte e cartoni. Come cittadino mi vergogno. Penso ai 15mila elettori che lo scorso giugno votarono a favore di un dormitorio aperto tutto l'anno. E mi chiedo: Como è una città ancora cristiana, se chi ci governa esprime una simile votazione? Penso al catechismo... dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi... cose che mi interpellano sempre. Ma a Como, è importante che i Crocifissi siano appesi ai muri... I poveri "cristi" che incontriamo per strada, si arrangino.
Luigino Nessi
A Como, come altrove, la politica è ridotta a lotta per il potere. Non c'è più spazio nè per i valori, né per i sentimenti. E' bene che il Cristo resti sui muri: se scende per la strada diventa inopportuno e scomodo. Questa è l'ora dei Farisei, che la domenica vanno alla messa grande in Duomo ad ostentare il loro timor di Dio, ma se si imbattono in un barbone che dorme fra i cartoni, si ritraggono con disgusto. E invece di commuoversi, si indignano. Sono i sepolcri imbiancati, che esibiscono la loro purezza e celano il cadavere. Ci sono sempre stati, ma una volta questa città aveva un cuore vero e chi la amministrava si guardava bene dall'ignorarlo: sarebbe stato preso a calci dai comaschi. Le cose sono purtroppo cambiate. Il degrado di Como non è soltanto nelle strade sconnesse, nelle piazze sporche, nei muri imbrattati: è nelle coscienze. Finché la politica non rimetterà l'uomo al centro del suo progetto, il distacco fra il Palazzo e la città resterà incolmabile. Quanto ai i poveri, saranno sempre di più. Fare finta di non vederli non è soltanto immorale: è anche stupido.
Pier Angelo Marengo
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