innanzitutto un grazie al giornale per come ci ha tenuti informati e partecipi nella vicenda del muro sul lungolago. Proprio dall'evolversi di questa vicenda sorgono alcune considerazioni. Stimolato a seguire con frequenza le sedute del consiglio comunale su questa e altre vicende, ho notato un modo significativo di agire delle varie componenti del consiglio stesso. Da un lato la maggioranza che agisce in modo compatto, le divisioni che pur ci sono vengono subito messe a tacere e il capogruppo "corregge" i consiglieri più riottosi, li fa rientrare all'ovile e poi tutti a votare le delibere e i voleri del Capo infischiandosene di qualsivoglia critica anche costruttiva.
Dall'altro lato abbiamo la minoranza composta da credo almeno 6 gruppi con 8 opinioni diverse (io mi astengo, io esco al momento del voto, io rimango se rimani tu, io non firmo se prima non firmate voi, io non so dove andare ma mi adeguo ecc.ecc.)
Risultato: una maggioranza che se la ride e in mezzo una città che soffre, soffre di inquinamento, di urbanistica dissennata (Cardina, collina di Brunate, Rebbio, Camerlata ecc.), soffre di lavoro che manca ma di cui nessuno o quasi parla; ricordiamoci che a fine anno scadranno le mobilità per i lavoratori che hanno cominciato a fruirne nel 2008-2009 e dopo dove andranno a cercare lavoro? Soffre di traffico e di cattiva manutenzione, soffre di pochi spazi culturali, dovremo aspettare la concessione ad un supermercato per riaprire un cinema!
Penso che occorra rivolgere un appello a coloro che costituiscono la base delle forze di maggioranza, composta sicuramente da persone degnissime, affinché trovino il coraggio di sconfessare e cambiare quelli che così malamente stanno gestendo la città e dall'altra alla minoranza che possa trovare un modo più costruttivo e comune di fare opposizione concreta, non rinunciando alle diversità che sono il sale della democrazia. Attenti però, che il gorgo quando arriva trascina tutti dentro, belli, brutti, allineati e distinti, e la situazione italiana in generale non è per niente rosea.
Gianfranco Rossetti
(gi.gan.) Caro Gianfranco,
il suo scenario è amaro e realistico. Voler bene alla città è un concetto facile da esprimere, ma difficilissimo da applicare. Soprattutto se si fa politica a Como.
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