Egregio direttore,
abito a Como da 40 anni e ne ho 70, perciò mi sento comasca.
Scrivo per un motivo che mi ha delusa: sentir le mie amiche e i parenti di altre città dire a Como si mangia male e si paga troppo. Forse qualche gara gastronomica la vinciamo, ma non basta.
Il motivo è molto semplice: a locali bellissimi, arredati da architetti o arredatori specializzati, non fa seguito un'altrettanto buona cucina. Ormai da diversi anni per battesimi, comunioni, cresime e matrimoni, si va al ristorante a pranzo o cena con amici e parenti. L'altra sera è stata l'ultima volta che ho portato i parenti a cena. Dopo l'ennesima brutta figura in cui si è mangiato male e pagato caro, non uscirò più per evitare delusioni. Perciò dico: Como svegliati!
Perché insieme ai pochi locali in cui si mangia veramente bene, ce ne sono troppi che di buono hanno solo la facciata.
Questa è una mia protesta verso quelle istituzioni che si sono adagiate e non vogliono premiare chi veramente lavora con professionalità, serietà e sacrifici, senza avere la facciata di lusso.
Anna Zanotti
Como
Gentile signora Anna,
è sinceramente difficile darle torto. La Como turistica è una città capace di accogliere i visitatori e, spesso, di far loro sparire dal portafoglio svariate decine di euro in cambio di un dozzinale piatto di risotto al pesce persico o, peggio ancora, di una "tipica" tagliata di manzo. Di locali "spennaturisti" ce ne sono e ce ne saranno sempre. Purtroppo.
Ma mi permetta di fare alcune considerazioni. A Como e nelle vicinanze ci sono ristoratori seri, capaci e molto preparati. Certo, nella massa di pizzerie e kebab fanno fatica a far emergere le proprie qualità, a far comprendere che la buona cucina esiste, anche in riva al Lario, e che la qualità si paga. L'importante è far pagare il giusto, però.
E poi ci sono i giovani. Tanti quelli che frequentano le scuole di cucina. Tanti quelli che si sono fatti le ossa e hanno fatto strada. Due esempi? Fabrizio Molteni, ora braccio destro di Gualtiero Marchesi, e Paolo Lopriore, di Appiano, che è quarantesimo nella classifica dei migliori ristoranti al mondo. Speriamo che i giovani diventino altrettanto bravi. E che poi rimangano a Como.
Raffaele Foglia
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