Cara Provincia,
per i cittadini Comaschi continuare a credere che qualcosa cambierà in città sta diventando sempre più un sogno che neanche mia madre, con la lettura delle sue particolari carte avute dalla nonna, sarebbe riuscita a interpretare benevolmente. Dalla cronaca cittadina di questo giornale è un continuo venire a conoscenza da parte degli amministratori di continue mancanze, errate risoluzioni, incuranza e sciupio dell'economia pubblica fatte con assoluta indifferenza, senza sentire nessuna necessità di spiegazioni. Si ammette a volte qualche errore, qualche ingegnere sbaglia sui numeri, ma perché non premiarli tanto e - spero - scacciati, andranno tutti via, magari a Montecarlo. Mi sembra inutile chiedere ai comaschi se sono o no del parere di essere annessi alla Svizzera e discutere sul 70-80 % di consensi, rimane un sogno che personalmente rinfaccio a mio padre, che allora pensava a Como città meritevole d'essere capoluogo includente Varese, Sondrio, Lecco.
Perché non sognare di trovare un posteggio in centro, di vedere un vigile attento alle infinite mancanze di cittadini il cui senso civico è assente, di fare presente ciò che il comune buon senso suggerisce e non penalizzare chi gode del primo sole meno vestito ai giardini a lago. E poi la viabilità! Si concedono nuove costruzioni mostruose a danno di un verde sempre più ridotto e nascosto e a proposito di Svizzera i nostri amministratori non sono mai stati a Zurigo, che ha il lago, un centro molto verde con possibilità di fare il bagno. Ma per non fare come la sinistra in politica che soltanto reclama senza mai veramente fare logiche e utili proposte: il signor Bardaglio suggerisce per gli amministratori non più votazioni ma un sorteggio, personalmente consiglio un Commissario di educazione teutonica importato sì dalla Svizzera per un tempo determinato ed eliminerei non chi lavora, ma chi non è preparato per i compiti assegnati. È un altro sogno, ma è bello anche sognare specie quando non ci si può aspettare nulla di onesto, di giusto e di facilmente controllabile. A tutti una buona estate.
Dario Aureggi
Caro Aureggi,
forse indegnamente, ma noi la pensiamo come suo padre, considerando Como ancora meritevole d'esser guida e modello. Perciò ostinatamente insistiamo a pungolare, come del resto fa lei, che su queste pagine spesso leggiamo. Teniamoci visti, come diceva un uomo a cui dobbiamo tutti molto e che non s'è mai arreso.
Giorgio Bardaglio
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