ho vissuto la sgradevole esperienza di sentire «l' odore della mia città».
Gli Svizzeri d'oltre Gottardo, quando viene sparso il letame per concimare i prati, chiamano scherzosamente quel che impregna l'aria di valli e campi «Heimat Duft» (l'odore della Patria), in fondo si tratta solo di prodotto bovino o di altri animali esclusivamente naturale che si sente solo fuori dai centri abitati, e come concime funziona tanto bene che al verde dei loro prati e alla varietà dei fiori nei campi noi, di qua dal confine, ci avviciniamo solo sognando, o con pennello e tavolozza se non talvolta tra le nostre montagne.
Quello che ammorba l'aria dal Cosia, dal depuratore, dalle griglie dei giardini a lago supera di gran lunga il tanfo delle fogne a cielo aperto delle antiche città, e probabilmente dei siti più maleodoranti del pianeta.
Ho scambiato quattro chiacchiere nei locali del centro analisi e nel vicino supermercato, dove le porte scorrevoli non riescono ad arginare completamente l'aria esterna la gente é esasperata, sono state fatte azioni di protesta, avanzati reclami, ma niente! zero assoluto, nessuna soluzione!
Andare a recuperare l'auto al parcheggio si rischia davvero di vomitare.
Strade piene di buchi, rovine cadenti del post-industriale, caseggiati fatiscenti e abbandonati, le fontane che vanno a pezzi, palizzate tipo Gaza sul lungo lago, pulizia precaria e tanfo nauseabondo sono i biglietti da visita della nostra città che rischia il decadimanto e, se va avanti così, lo sfascio!
A tanti di qui piacerebbe che la nostra Como fosse considerata una città turistica degna di tal nome, allora non sarebbe il caso di scremar via quell'accozzaglia di incapaci che si "pregia con spocchiosa arroganza" di volerci amministrare ? La città non si merita questo!
Speriamo che le tele del Rubens e Fiamminghi vari che ci stan lasciando non si siano impregnate del puzzo di Como o almeno che le portino fuori a cambiar aria, prima di rispedirle.
E che sia almeno una notte tranquilla per tutti.
Ettore Meroni
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