Non so se dobbiate perdonare la mia ignoranza o giustificare la disinformazione di qualche giornalista ma fino ad oggi credevo che la Bibbia, intesa come vecchio testamento, fosse già il "libro" fondante delle tre religioni monoteistiche, ovvero l'unico valido per quella ebraica o il nucleo fondante della rivelazione in cui si innestano il Vangelo cristiano ed il Corano musulmano, i cui messaggi divergono palesemente e sono reciprocamente disconosciuti.
Inviterei chi sostiene il contrario a porre a confronto le vite e le opere di Gesù Cristo e di Maometto, senza pregiudizi e a prescindere dal riconoscimento della divinità o dell'umanità di questi personaggi. Quindi, nel caso specifico, non vedo di quale straordinaria concessione al dialogo interconfessionale si tratti nel vostro articolo dell' 11.09.2001.
Probabilmente, mentre ricordiamo, spero tutti, che nel rito cristiano la prima lettura è sempre un brano del vecchio testamento, nella prassi del rito islamico tale ascendenza resta puramente teorica? Purtroppo o per fortuna io e tanti altri lo ignoriamo, nel caso illuminateci in merito o evitateci l'ennesima presa in giro da parte dell'imam di turno.
Ennio Crovi
Non mi permetto di discutere le sue affermazioni e men che meno i suoi dubbi: credo che le dispute teologiche abbiano procurato già fin troppi lutti all'umanità e, da spirito libero e laico, sogno un mondo in cui ciascuno possa pregare come preferisce il Dio in cui crede (se ci crede).
Mi preme però rassicurarla su un punto: non siamo qui per farci prendere in giro. Siamo qui per fare il nostro lavoro, che è quello di dare le notizie. Se l'imam della moschea di Marghera leggerà alcuni versetti della Bibbia e le parole di madre Teresa di Calcutta (beata cristiana) ai fedeli musulmani in occasione delle preghiera comunitaria, questa non è forse una notizia?
Ma c'è di più: sembra che sia la prima volta che ciò accade in Italia, tant'è che il movimento per la tutela dei diritti dei musulmani ha lanciato un appello a tutti gli imam affinché facciano altrettanto: se non è l'uomo che morde il cane, direi che poco ci manca. Quindi bene abbiamo fatto a darne conto ai lettori. Poi ciascuno è libero di fare le proprie valutazioni.
Caro signor Ennio, nei confronti dell'Islam resto scettico e diffidente, ma dobbiamo convincerci che non c'è alternativa: o costruiamo ponti, o costruiamo bunker. Don Lino ha scelto la prima opzione. Non siamo obbligati a seguirlo, ma se sta facendo proseliti anche dall'altra parte, dobbiamo prenderne atto.
Pier Angelo Marengo
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