Sono un comasco che abita e vive quotidianamente e intensamente la nostra città, sia in centro che in periferia.
La mia tristezza è che trovo Como sempre più sporca: erbacce, pattume, cassonetti pieni, marciapiedi, anche poco rispetto da parte dei miei concittadini verso le cose di tutti. Questo contro la richiesta del vivere bene, della qualità della vita, della vocazione di città turistica, favorita dalla bellezza dei luoghi (paratie a parte...). Penso all'ex assessore Diego Peverelli, burbero e impetuoso, che è sempre diventato matto per questi temi e per la gente della città.
Penso alla campagna scatenata contro di lui, ai suoi compagni di maggioranza che lo hanno tradito e costretto alle dimissioni. Penso al nostro sindaco, che si è comportato come Ponzio Pilato, nonostante fosse uno dei suoi migliori collaboratori. E penso al silenzio calato in città sul verde, sulla pulizia e sulla vivibilità. E concludo: allora non era tutta colpa del Diego Peverelli; la colpa è di noi cittadini.
Ernesto Erba
Como
Lei ha ragione, la città è sporca e trascurata, ma adesso non c'è più il capro espiatorio. La verità è che l'ex assessore Peverelli ha un brutto carattere, come tutte le persone che ne hanno uno. E ne so qualcosa io, che sono stato spesso la vittima designata delle sue frequenti incursioni in redazione. Però è un uomo che ama la città e che ha lavorato con impegno, senza risparmio. Virtù che i mestieranti della politica non apprezzano.
Nessuno lo ha difeso, per la semplice ragione che non vedevano l'ora di levarselo di torno: uomini così, che dicono quel che pensano senza doppiezze, danno fastidio. Se fosse stato un soprammobile, come lo sono tanti che bivaccano nella pizzeria di Palazzo Cernezzi a spese dei contribuenti, sarebbe ancora al suo posto.
Ho imparato a stimarlo malgrado la distanza siderale delle nostre idee. E credo che, per se stesso e per la propria famiglia, abbia fatto un affare ad uscire di scena. A rimetterci è stata la città.
Pier Angelo Marengo
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