Scrivo per denunciare di nuovo l'annoso e irrisolto problema di via Fiammenghino. Vi riassumo le nostre ultime peripezie, così magari non ci prendete per rompiscatole.
Notte tra venerdì 16 e sabato 17, ore 02,15 coro da stadio in piazza Amendola di un gruppo di avventori del solito bar, ubriachi persi; schiamazzi continuati fino all'arrivo della polizia locale.
Notte fra il 23 e il 24 agosto, posto di blocco con etilometro in piazza Amendola (carabinieri e polizia locale) venti ragazzi fermi per controllo, molti oltre il limite. Alcuni, molto alterati coprono d'insulti i vigili arrivando (e ci sono ben sei testimoni) alle minacce («Vieni qui dietro l'angolo e il manganello te lo ficco…»). Il tutto dopo aver rotto una bottiglia e impugnandone il collo come un'arma. Noi della zona siamo stufi.
E' ora di farla finita, non si può assistere a scene tipo quella degli agenti coperti di insulti. E non è possibile che un intero isolato sia lasciato allo sbando. Il bar al venerdì sera è frequentato anche da più di un centinaio di persone, all'interno c'è un solo servizio. Risultato: un orinatoio pubblico tutt'intorno. Ma è possibile che questa città sia in balia di una minoranza di selvaggi?
Paolo Pezzotta
Como
Caro Pezzotta,
il suo non è soltanto il racconto, peraltro efficacissimo, delle notti in via Fiammenghino: è un bollettino di guerra che testimonia la pericolosa deriva di questa città.
Se il quadro è quello che lei ci dipinge, c'è un angolo di Como dove la legalità è a rischio. Pertanto occorre provvedere al più presto con un'azione risoluta, sistematica e coordinata. La polizia locale non può farcela da sola. Se c'è un problema di ordine pubblico devono muoversi anche polizia e carabinieri. Per questo, nel dare voce alla sua denuncia, chiediamo al questore e al prefetto di valutare la situazione: in via Fiammenghino ci si vada in assetto di guerra, se necessario, ma si risolva la questione una volta per tutte. Ci tenga informati.
Pier Angelo Marengo
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