Fa ridere la dichiarazione del ministro Gelmini che afferma che l'Italia ha contribuito con un stanziamento "stimabile intorno ai 45 milioni di euro" alla costruzione di un fantomatico "tunnel tra il Cern e i laboratori del Gran Sasso". Di fronte alla valanga di sarcastici commenti, il ministero replica qualificandoli una "polemica ridicola e strumentale", essendo ovvio che non si tratti di un tunnel materiale. Esistono cioè gallerie senza consistenza fisica? Non lo sapevamo.
Eppure è così: per certi politici è tutto ovvio, nella loro favolosa "realtà virtuale". Peccato che proprio adesso il "miracolo italiano" si stia sgretolando, rivelandone la natura fasulla e l'inaffidabilità di chi lo ha proclamato per anni. C'è da chiedersi poi se non sia "strumentale" piuttosto l'affanno con cui questa classe dirigente (si fa per dire) cerca di intestarsi i meriti altrui. Gli scienziati italiani sono sostenuti dai finanziamenti del governo in misura minimamente adeguata, o non sono forse in gran numero costretti all'emigrazione?
Prof. Andrea Luppi
Como
Questa volta il ministro Gelmini l'ha fatta grossa. Qui non si tratta di spostare l'accento di una sdrucciola (ricordate quell'"egìda" che fece venire l'orticaria a milioni di studenti?) che già era una bella prova di ignoranza: questa è una gaffe clamorosa, che ha mandato in visibilio il popolo di internet. Ecco un fior da fiore. C'è chi, citando Caparezza, canta: «Sono fuori dal Tunnel-el-el-el - dell'apprendimento-o-o-o». Un altro assicura che il tunnel Gelmini è comodissimo, nonostante un po' di traffico dovuto alla folla dei neutrini. Qualcuno spera che il debito contratto per la realizzazione del tunnel Gelmini verrà coperto piazzando un autovelox per neutrini, mentre Schifani invita le particelle iperattive ad «abbassare i toni». Fermiamoci qui, per carità.
Caro prof. Luppi, lo so: ci cascano le braccia. Ma l'unica è farci una risata, sperando che non sia una risata a seppellirci.
Pier Angelo Marengo
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