Antefatto. Viaggio da Cavi di Lavagna a Como in una domenica di fine agosto. Ci affidiamo alle Ferrovie dello Stato. Prenotiamo due posti a sedere in seconda classe. Da Chiavari a Milano tutto ok. Il bello viene a Milano. La carrozza numero 4 su cui dovrebbero esserci i nostri due posti prenotati è una carrozza ristorante. Saliamo e troviamo altri malcapitati nella nostra stessa situazione: niente posti. Alle rimostranze rispondono di accomodarci sulle altre carrozze.
Nessuno di noi s'è mosso perché le altre carrozze erano strapiene e non c'erano più posti a sedere né in piedi. La causa? Forse l'accorpamento di due treni. Così siamo rimasti in piedi sino a Como. La risposta ricevuta dalle Ferrovie dello Stato è una presa in giro disarmante.
Giancarlo Veronelli
Como
Ero incerto se pubblicare la risposta di Trenitalia al suo reclamo. Ma certe chicche meritano la massima diffusione, perché nel loro genere sono piccoli capolavori.
«In merito alla sua segnalazione (...) le precisiamo che, nonostante il nostro impegno ad assicurare la regolarità del servizio, possono comunque verificarsi disguidi imputabili sia alle FS che a cause esterne. Nella circostanza, le ripercussioni di problemi tecnici non risolvibili nell'immediato della partenza hanno provocato i disagi di cui ci ha riferito. Le evidenziamo che, in presenza di difformità rispetto al servizio acquistato, è possibile rinunciare all'effettuazione del viaggio e richiedere il rimborso integrale del biglietto.
In caso di viaggi portati a compimento non sono previsti rimborsi. Assicurandole la nostra massima attenzione, le porgiamo distinti saluti».
Il compianto Gino Bramieri a questo punto direbbe: «Cuntent, Brambila?». Metta in cornice questo nulla sotto vuoto spinto e se lo rilegga quando sarà giù di morale: c'è davvero di che spanciarsi dal ridere.
Pier Angelo Marengo
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA