Via Bellinzona è un incubo per gli abitanti di Monte Olimpino e per tutti coloro che vi transitano (frontalieri, turisti, traffico locale privato e pubblico). Code lunghissime di auto che inquinano l'aria, paralizzano la viabilità e rendono la vita un inferno. Il quartiere è già altamente cementificato e lo diventerà ancor di più se i progetti che interessano l'ex area OEC andranno in porto. Si tratta di edifici che raggiungono i 6 piani.
Non parliamo di bellezza e di tutela del paesaggio, ma di sviluppo sostenibile e salute. Inviterei tutti voi, che state portando avanti tali progetti, a traslocare nella Monte Olimpino attuale o, meglio, in quella delle vostre frenesie di cementificazione e di sedicente progresso.
Vi trovereste a vivere in un cubo di cemento, circondati da auto che appestano l'aria che respirate - voi e i vostri figli - di TIR che caricano e scaricano merci e collassano la rotonda davanti all'ex OEC e tutta la via Bellinzona. Da ultimo, d'estate avreste anche la piacevole compagnia delle zanzare tigre, che già ci tormentano, ma che, grazie alla vostra geniale idea di portare alla superficie un ulteriore tratto di Rio Cardano (Roggia Valeria), troverebbero un ambiente ancora più accogliente! La popolazione è stanca e arrabbiata, si è già mobilitata con una petizione, oltre a riservarsi ulteriori azioni in opposizione al progetto, e, non dubitate, si ricorderà di voi nel segreto della cabina elettorale.
Paola Minussi, Alessandra Jovinelli, Alberto Danieli, Roberta Giuliani
Mi pare che il messaggio sia chiarissimo: più che una lettera, mi sembra un manifesto. Resta da aggiungere che i firmatari rappresentano il comitato di quartiere spontaneo che si è creato per contrastare il progetto di cementificazione dell'area ex-OEC.
Il malessere nella zona è evidente e noi lo registriamo. Credo che ci siano ampi margini per approfondire il discorso e che il tema potrà essere trattato dalle nostre cronache, nelle pagine del lunedì riservate ai quartieri. Teneteci informati.
Pier Angelo Marengo
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