Cara Provincia,
leggendo la polemica sul restauro del battello "Patria" (Ex Savoia), mi chiedo quale sia la motivazione che spinge certe persone a voler distruggere quel che di bello è stato fatto.
Probabilmente quelle persone non restaurerebbero nemmeno altre opere d'arte.
È vero, siamo in crisi, ma un bel battello a vapore restaurato porterà tanto turismo sia locale che mondiale, a tutto vantaggio di Como, del Lago, dei Comaschi.
E anche di quelli che pensano soltanto alla loro demagogia.
Innocente Proverbio
Como
Caro Proverbio,
la crisi c'è, è indubbio, ma talvolta può anche diventare un comodo alibi per giustificare errori, inadempienze, omissioni del passato.
Al restauro del «Patria» bisognava pensarci prima, c'è stato tutto il tempo. E' chiaro che oggi quell'intervento sembra in contraddizione con la congiuntura negativa, ma se fosse stato fatto, quel battello potrebbe essere una risorsa per il nostro turismo. Il presidente della Famiglia Comasca, Piercesare Bordoli, ha ragione a dire che non si tratta di un capriccio.
Perché altrove - l'abbiamo già scritto altre volte - sono stati molto più lungimiranti di noi. Naturalmente sto parlando della Svizzera, dove sono almeno 16 i battelli a vapore della "Belle Epoque" restaurati senza badare a spese, che oggi lavorano e producono reddito, proprio perché sono i più richiesti dai turisti.
C'è per esempio il "Lötschberg" sul lago di Brienz, c'è la "Blümlisalp" su quello di Thun. Anche sul lago di Zurigo ci sono battelli che vanno a vapore, mentre la "Greif", il più antico e piccolo della Svizzera, lascia la sua romantica scia sul Greifensee, un laghetto che è la perla della Valle di Glatt.
La vicenda «Patria» è la conferma di un malcostume tutto italiano: invece di valorizzare le testimonianze della nostra storia, le si lascia andare in malora.
Pier Angelo Marengo
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