Leggo su La Provincia un articolo che riprende la proposta del sindaco di Castiglione d'Intelvi, relativa ad un'eventuale fusione dei Comuni Intelvesi. Il tema mi appassiona. Spesso in consiglio comunale ho espresso la mia ferma opinione che soltanto attraverso un intervento del legislatore si potrà arrivare alla creazione di macro-municipi, costituiti anche attraverso zone omogenee, che porterebbero ad una riduzione dei costi e ad una maggiore trasparenza ed efficienza delle amministrazioni comunali. Il problema vero dei nostri Comuni non sta soltanto nella moltiplicazione dei costi di gestione che potrebbero essere contenuti con una fusione, ma anche nell'impossibilità di controllo da parte del consiglio comunale sugli atti di sindaco e Giunta. Noi consiglieri comunali, soprattutto d'opposizione, siamo relegati a semplici notai di deliberazioni assunte da altri. Se a questo aggiungiamo l'atteggiamento di alcuni sindaci che gestiscono il Comune e le casse comunali come se fossero propri appannaggi, si può ben comprendere che una semplice fusione di Comuni non sarebbe sufficiente se non venisse accompagnata da una riforma della legge che regola gli enti locali.
In tempi in cui si chiede sacrificio a tutti ci sono Comuni che buttano un migliaio di euro per acquistare portachiavi da regalare ai cittadini e poi gli stessi cittadini magari si trovano le strade sporche!
Renato Acquistapace
Consigliere Comunale di Argegno
Basterebbe copiare quel che fa la Svizzera, che di federalismo un pochino s'intende. I nostri vicini in questa materia sono avanti anni luce: nella Confederazione le fusioni vengono incentivate a suon di milioni di franchi.
Il risultato di questa politica di aggregazione è che, rispetto a dieci anni fa, la Svizzera conta oltre duecento Comuni in meno, con evidente risparmio di costi e razionalizzazione di risorse. Quanto alla riforma della legge sugli enti locali, credo che siano in molti ormai a pensarla come lei.
Pier Angelo marengo
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