Ho letto su La Provincia che il Vescovo Coletti ha approvato l'idea di don Giusto Della Valle circa la costruzione di una moschea su quel territorio.
È giusto dare piena libertà di culto a tutte le religioni, ma io mi domando da cristiano: ma anche al paese del signor Safwat El Sisi vige questa libertà? Mentre scrivo penso ai tanti cristiani barbaramente uccisi in quei paesi. Sarei curioso si sapere quante chiese si sono costruite in quei territori e sarei sempre curioso di sapere se si può circolare sempre in quei paesi con una croce al collo.
Non vorrei che stessimo perdendo le nostre radici cristiane anche se molto profonde e ben radicate. Se andiamo avanti così scriverò al sindaco di Roma per chiedergli di restaurare al più presto le catacombe. Buon lavoro.
Pierino Pozzi (Nonno Pino)
Albese con Cassano
Se dovessimo applicare in casa nostra il principio di reciprocità che lei invoca, caro nonno Pino, non solo non dovremmo consentire di costruire altre moschee, ma dovremmo anche metter mano a provvedimenti molto drastici, che molti auspicano. La questione è: l'occidente evoluto e cristiano può ragionare in questo modo, applicando la legge del taglione? E qui ci si divide.
Peraltro mi pare che mons. Coletti abbia detto una cosa un po' diversa. Non pretendo di fornirle qui l'interpretazione autentica delle sue parole, ma direi che ha semplicemente riaffermato il principio della libertà religiosa, specificando che il problema del dove e del come non dipende né dal vescovo né dai parroci, ma dagli enti preposti.
E sappiamo bene che la Circoscrizione 3 ha ribadito il proprio no a qualsiasi trasformazione del centro culturale di via Pino in una moschea.
Non credo che tutto questo ci faccia perdere le nostre radici cristiane, anzi. Ma sono anche convinto che un ritorno allo spirito, se non alla sostanza, delle catacombe potrebbe fare soltanto del bene a noi e alla Chiesa.
Pier Angelo Marengo
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