Sull'onda emotiva di Cortina e dopo i blitz della GdF nei pubblici esercizi, molta enfasi è stata riposta sull'evasione fiscale di bar, ristoranti e attività simili. Si sfonda una porta aperta, ma sorrido nel leggere lettere di lavoratori dipendenti/pensionati che lanciano invettive contro coloro che "mettono le mani in tasca ai cittadini onesti". Sorrido perché di questi onesti lavoratori dipendenti/pensionati (onestà coatta, dato che è chi eroga la mensilità a far da sostituto d'imposta) ne conosco un numero incalcolabile che: ha un secondo lavoro in nero; per un mal di pancia o due linee di febbre si assenta per malattia dal lavoro per 3/5/7 e più giorni lavorativi; si fa pagare gli straordinari fuori busta e così via.
Mi chiedo chi, e come, possa controllare chi la sera fa il cameriere, il sabato il giardiniere, il muratore, ecc. Per non parlare dei professori che al pomeriggio danno ripetizioni in nero. L'evasione (o la furbizia) è caratteristica presente a tutti i livelli, sarebbe bene ricordarlo prima di lanciare invettive contro una categoria. Perché gli onesti sono ovunque, anche se purtroppo credo siano una minoranza.
Alessandro Molteni
Cantù
D'accordo con lei, non lanciamo invettive. Ma dai blitz stile Cortina oltre ai paradossi emergono autentiche truffe, come quelle di chi ha falsificato gli studi di settore. Ci sono ristoratori che hanno dichiarato 4 tavoli, quando ne hanno 50. Con simili soggetti, come la mettiamo? E che dire di quei commercianti che dichiarano meno delle loro commesse? E i falsi invalidi? Si potrà sapere un giorno quanti sono? Vedremo mai un medico compiacente in galera?
Certo, c'è anche il lavoro nero, ma nel Paese di Pulcinella l'evasione ha raggiunto una soglia non più tollerabile. Il problema è che continua a mancare un progetto sistematico per far pagare le tasse a tutti e si ricorre a queste esibizioni muscolari. Tanto fumo e poco arrosto.
Pier Angelo Marengo
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