Cara Provincia,
il premier prof. Mario Monti custode della serietà italiana e dell'immagine del Paese all'estero: per questi due aspetti ha ricevuto il plauso internazionale sia dall'Europa che dall'America.
L'Italia nel suo insieme può tirare un sospiro di sollievo ma, all'interno, per il momento appare il custode di troppi privilegi consolidatesi negli ultimi trent'anni.
Vedremo nei prossimi mesi se sarà capace di intaccare in maniera significativa questi privilegi e vedremo come i partiti, che restano i notai della sua azione di Governo, reagiranno: è il primo scoglio per iniziare a demolire i privilegi. Per gli altri per il momento ci sono solo raccomandazioni.
Consiglio di limitare le consulenze e l'uso delle auto blu. Due voci che ci costano decine di miliardi di euro all'anno.
Francesco Degni
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Demolire i privilegi è il compito più difficile. Forse ancor più difficile che risanare i bilanci, anche se le due cose sono strettamente collegate. Ma l'obiettivo di questo governo dev'essere soprattutto quello di sfondare il muro. Poi, se si romperà la diga, lo vedremo. Soprattutto lo dovranno certificare gli elettori, ai quali nessuno potrà più raccontare barzellette.
Ci sono alcuni elementi che fanno ben sperare per il futuro. L'ultimo in ordine cronologico è il rifiuto di Monti di firmare la lettera di garanzie per il Comitato olimpico internazionale. Un gesto grave ma meritorio, che conferma una determinazione di fondo alla quale la politica del compromesso ci aveva disabituati.
Qualcuno sarà rimasto deluso. Ma il governo Monti ha avuto la forza e il coraggio di dire no alla cricca romana degli appalti, beneficiaria ultima di tutti i finanziamenti. Se avesse detto sì, avrebbe inferto un duro colpo alla percezione positiva faticosamente guadagnata dall'Italia sia sui mercati sia presso le istituzioni europee.
Pier Angelo Marengo
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