Mario Chiesa lo sorprendemmo mentre intascava una mazzetta di 7 milioni di vecchie lire. Non era un "mariuolo isolato", come provò a raccontare Craxi, ma la rotellina di un ingranaggio. Tangentopoli. Era il 17 febbraio di 20 anni fa, iniziava Mani Pulite».
A 20 anni dall'arresto di Mario Chiesa, è triste constatare che la corruzione ha cambiato faccia, ma nella sua natura è rimasta la stessa. Sono stati depenalizzati i reati di allora, ma si continua a rubare.
Il bilancio conclusivo di "Mani pulite" è deludente: su più di 5 mila casi giudiziari sollevati, i condannati in via definitiva sono stati poche decine e pochissimi i personaggi coinvolti in quelle vicende che hanno definitivamente abbandonato la politica. Le inchieste di Tangentopoli hanno rivelato il rapporto contorto tra politica, affari, economia e istituzioni e la fotografia di oggi sembra una copia della diapositiva di ieri: la P3, la P4, gli scandali legati a Finmeccanica, agli esponenti di maggioranza ed opposizione anche della nostra Regione. Chi respirò il vento del cambiamento, oggi è deluso.
Alessandro Milani
Idv
Tangentopoli non è mai finita davvero, anzi. E i guai seri in cui si trovano milioni di italiani dipendono più di quanto non s'immagini proprio dal malvezzo dilagante fra chi amministra la cosa pubblica.
Italia e Grecia, entrambe così vicine al baratro, sono la dimostrazione di come debito pubblico e corruzione procedano di pari passo. Nella lotta alla corruzione su 182 Paesi esaminati, l'Italia è al 69° posto, di poco sopra Grecia (80esima), Romania e Bulgaria. Aggiungete a quest'elenco l'evasione fiscale e il ricco menù della crisi sarà servito.
Moralizzare la politica in questo Paese è un'impresa titanica. Ha ragione l'ex pm Gherardo Colombo: bisogna ripartire dall'inizio, cercare di insegnare una nuova cultura della legalità ai ragazzi, ai giovani. Soltanto da loro può venire un segnale di speranza.
Pier Angelo Marengo
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA