Da quando siamo entrati nell'agone elettorale, sui quotidiani locali si sprecano i nobili propositi di salvezza della nostra città da parte di alcuni candidati. Propositi tutti belli, tutti commoventi, tutti uguali nella sostanza: salvare Como, ridarle la sua dignità, il suo lungolago, strade perfette e pulite, guerra alla logica opportunistica dei partiti, guerra a questo o a quello.
Tutti vogliono voltare pagina. Mi piacerebbe porre loro una domanda: perché per tanti anni avete voltato la faccia dalla parte opposta di dov'erano i problemi, di dove si perpetrava lo scempio del territorio, di dove la logica dei partiti ha con indifferenza assistito all'abbrutimento di una delle città più belle d'Italia? Mai un sussulto di orgoglio affinché Como potesse competere con le città della vicina Svizzera, belle, ordinate, curate, amate ma non paragonabili per cultura, storia e bellezza a Como.
Indifferenza e poi ancora indifferenza. E ora che l'attuale amministrazione sta arrivando al traguardo e si profila all'orizzonte la grande opportunità di diventare sindaco, come per magia, aspiranti eroi vogliono salvare questa città con grandi parole senza però nulla aggiungere su come ad esse faranno seguire i fatti.
Apollonia D'Antuono
Como
Ormai siamo in campagna elettorale: è normale che ritorni il solito campionario di promesse destinate ad essere disattese il giorno dopo il voto. Questo vale per i mestieranti della politica, ai quali immagino sia soprattutto destinata la sua critica. Non credo invece che siano da colpevolizzare quei cittadini in buona fede che si sono uniti in liste civiche nel tentativo di offrire un'alternativa. Mi sembra un esperimento da premiare quello di chi, alla figura improbabile del demiurgo artefice della salvezza della città, contrappone un programma chiaro e realizzabile, confidando sull'impegno civico collettivo e disinteressato. Vedremo quanto e in che modo, ma è l'unica speranza di cambiamento.
Pier Angelo Marengo
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