Tante notizie spesso contraddittorie si accavallano ed è difficile districarsi in un dedalo così complesso: lo "spread" che prima neanche si sapeva cosa fosse e che ora ci continua terroristicamente a oscillare sul capo come una spada di Damocle; il declassamento dell'Italia decretato dalle agenzie di rating; gli interessi sui bond italiani che prima salgono vertiginosamente e poi improvvisamente calano senza una logica spiegazione, poi risalgono; l'interesse sui bond tedeschi che stranamente scende addirittura sotto lo zero; le nuove tasse e i balzelli "anticrisi" e le liberalizzazioni del governo Monti.
Il comune cittadino va in confusione mentale.
Mi son fatto l'idea che l'Italia, come già la Grecia, sia stata presa di mira dalla finanza internazionale, sempre pronta a speculare sulle disgrazie altrui, ma che questa alla fine abbia capito che la corda più di tanto non la si può tirare perché se il nostro Paese va in default, nonostante i pesanti sacrifici che ci hanno imposto, corre il serio rischio di rimetterci oltre agli interessi sul debito anche il capitale.
Per questo momentaneamente ci concede una tregua, salvo poi di nuovo accanirsi con la speculazione non appena ci saremo un poco risollevati.
Giovanni Dotti
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Nel mirino della speculazione internazionale non c'è solo l'Italia: c'è soprattutto l'Euro. Non è un mistero che la finanza anglosassone non ha mai visto di buon occhio la moneta unica. L'Italia è solo un cavallo di Troia di cui servirsi per portare l'attacco alla moneta unica attraverso i giudizi delle agenzie di rating.
Per questo da più parti si sostiene che l'Europa deve dotarsi di una sua agenzia, individuare misure che proteggano il debito sovrano e calmierare le conseguenze dei giudizi delle agenzie. Giudizi che peraltro, almeno negli ultimi tempi, vengono allegramente disattesi dai mercati. Forse si comincia a capire che il fallimento dell'Europa non sarebbe soltanto la fine di un sogno: sarebbe una catastrofe planetaria. Ma fino a quando giocheranno con noi come il gatto col topo?
Pier Angelo Marengo
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