La prima, è una domanda molto semplice: perché devo pagare le tasse? Partendo dal presupposto che una tassa è una somma dovuta dai privati cittadini allo Stato applicata secondo il principio della controprestazione, cioè dovuta quale corrispettivo per la prestazione a suo favore di un servizio pubblico, quali sono i servizi che lo Stato italiano mi offre?
Ciò mi porta alla seconda riflessione. Lo Stato italiano è sempre stato forte coi deboli (poveri) e debole con i forti (ricchi) ed ora, dopo anni di negligenza e ruberie, sta finalmente affondando più rapidamente del Titanic, mentre i politici, giudici della morale senza morale, continuano spavaldamente a sbandierare lussi, privilegi e malcostumi.
Nessuno di loro ha il minimo contatto con la realtà, nessuno ha idea di quali siano i problemi quotidiani che una persona normale si trova ad affrontare. Quando piove passano tra una goccia e l'altra, quando la criminalità detta legge loro si circondano di massicce guardie del corpo, quando la nave affonda chiudono le porte stagne senza preoccuparsi di chi resta dentro. Lo Stato italiano sta veramente scherzando con il fuoco ed io, vivendo alla giornata, aspetto di assistere alla fatidica goccia che farà traboccare il vaso.
Giuseppe Merga
Erba
La pazienza, non c'è dubbio, è al limite. Si tratta di capire che cosa potrà accadere. La crisi si fa sentire sempre più e intacca anche le scorte di quel ceto medio che aveva ancora un po' di fieno in cascina.
La pressione fiscale reale è alle stelle, ma quella percepita è ancor più alta, anche grazie all'incapacità di comunicare di un governo che sembra far di ogni annuncio un proclama terroristico. Il rigore non può essere a senso unico. O si ritrova al più presto la strada dell'equità, oppure prepariamoci al peggio
P.MAR.
© RIPRODUZIONE RISERVATA