Si lamenta da più parti e si depreca con toni allarmati che sale nel Paese un pericoloso sentimento di antipolitica. Ma ancora una volta si usa un linguaggio mistificatorio che distorce la realtà delle cose. Non contro la politica montano l'indignazione e il rifiuto, ma contro la politica praticata da molti partiti, la fiducia nei quali è prossima allo zero; contro la corruzione e il ladrocinio che sporcano il loro modo di fare politica; contro la cattiva politica, non contro la politica in sé, che è nobile esercizio di civismo.
Sono i partiti - senza fare di ogni erba un fascio - che "la buttano in politica", caricando da una parte sulla politica le loro magagne, e dall'altra riducendo la politica ai partiti, come se non esistesse altro modo di fare politica, che invece esiste nella pratica delle associazioni partecipative diffusissime in tutta Italia, e nell'esercizio del referendum.
Ora ci si affretta a varare una legge sulla trasparenza dell'uso dei rimborsi elettorali, alias dei soldi del finanziamento pubblico dei partiti, rifiutato da un referendum, come si sa; ma la gente non chiede questo: non la trasparenza, ma la pura e semplice abolizione dei finanziamento pubblico ai partiti, questo chiede.
Ma così, si obietta, la politica potranno farla solo i ricchi e i partiti sarebbero in mano alle lobby. I ricchi, come le lobby, la politica la fanno sempre e comunque: i finanziamenti dei privati ci sono anche oggi e si sommano a quelli pubblici. Finanziare i partiti oggi, alla luce della corruzione e dell'uso disonesto dei soldi pubblici, vuol dire finanziare la corruzione.
Luigi Fioravanti
L'antipolitica nasce come reazione alla cattiva politica, quindi è il prodotto del malaffare praticato da quella Casta che oggi si agita e inveisce contro il mostro che lei stessa ha generato.
Detto questo, credo che i partiti politici debbano essere finanziati, altrimenti il rischio è che la politica diventi un'esclusiva dei ricchi. La strada è quella del rimborso spese, ma che sia un vero rimborso, giustificato da bilanci e rendiconti trasparenti. Non deve più accadere che si liquidi ai partiti il quadruplo di quanto hanno speso.
P.Mar.
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