Un illustre rappresentante di Confindustria sanciva, nel 2008, la fine della grande crisi (quando per molti non era ancora iniziata). "Stiamo rilanciando gli investimenti e l'occupazione", recitava il suo messaggio accattivante e rassicurante...
L'uomo del burlesque, bontà sua, continuò a negare e rinnegare l'evidenza, propinando fiducia a piene mani e ottimismo a 32 denti. Gli illustri tecnici, oggi tanto in voga, annaspano alla disperata e disperante ricerca della verità, sopraffatti da un pressappochismo raggelante. Per qualcuno di questi esimii professoroni, la crisi è ampiamente superata, per altri sta vivendo la sua fase più acuta, per alcuni il momento topico deve ancora arrivare.
Esperti di cotanto lignaggio non sono concordi nemmeno nel dare un nome a questo momento storico-sociale. Chi usa il termine crisi, chi naviga nello stallo, chi si rifugia nella depressione, chi si accosta al ristagno per finire con i più audaci che si avventurano nella recessione. Con tutti questi "santoni" dell'economia e della finanza è mai possibile che a tutt'oggi non vi sia una verità certa, assoluta e conclamata? Credo che, in uno spirito di sano realismo, occorra togliersi qualsivoglia illusione... Per ritrovarci tutti un po' più consapevoli e affidabili. Perché, come sostenne Aristotele "La speranza è un sogno fatto da svegli".
Marino Spini
Più che un sogno, direi che è un incubo. A viverlo sono i cittadini che, ormai da tre anni, si dibattono fra rinunce e sacrifici crescenti. Stiamo ancora camminando lungo un crinale pericoloso e l'urgenza di allontanarsi dal baratro finanziario non ha suggerito altre ricette che non siano quelle delle tasse per recuperare subito quanto necessario a ridurre il nostro enorme debito pubblico.
Ma così facendo i tecnici hanno gettato benzina sul fuoco della recessione. Quindi è diventato urgente coniugare il rigore con manovre espansive che rilancino l'economia. In questo senso il voto dei francesi potrebbe accelerare i tempi. L'Italia il suo compitino l'ha fatto: ora tocca all'Europa.
Pier Angelo Marengo
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