Siamo indebitati all'inverosimile, e continuiamo a pagare militari e relative attrezzature, per partecipare una guerra che nulla ha a che vedere con la nostra Patria. Sarebbe opportuno farli rientrare tutti e lasciare al loro destino chi non merita la pace, e tanto meno merita che nostre vite umane muoiano, portando dolori e disperazioni nelle singole famiglie. Infatti, i nostri militari morti, sono eroi ma solo fino al giorno delle solennità funebri; dopo, non essendo caduti per la nostra Patria, vengono troppo presto dimenticati dalla gente comune.
Non parliamo poi, delle varie burocrazie che dovranno incontrare quei poveri famigliari per vedersi riconosciute quelle spettanze economiche che consentino loro di poter continuare a vivere decentemente sia pure con quel dolore nel cuore, che li accompagnerà per tutta la vita.
Gli altri Stati (Usa in primis), stanno già effettuando graduali rientri. Noi siamo i più fessi ad aspettare il 2014?
Non so che accordi ci siano, ma la forte crisi economica che stiamo attraversando può giustificare la decisione di rientro anticipato, salvando in tal modo, ulteriori enormi perdite finanziarie, ma soprattutto eventuali perdite di altre vite umane. Sono certo che chi mi legge sia d'accordo con me. Purtroppo non verremo ascoltati.
Giordano Saldarini
Como
Caro Saldarini,
la Patria non è mai stata molto generosa verso i suoi figli in divisa che l'hanno servita in guerra, basta guardare le pensioni da fame erogate a reduci, mutilati, invalidi e vittime varie. Detto questo, lei solleva un problema reale: di questi tempi, certe guerre sono un lusso che l'Italia non può più permettersi, anche perché non c'è soltanto l'Afhanistan. Abbiamo reparti armati dislocati in mezzo mondo, dal Kosovo al Libano, che costano milioni di euro al giorno. E senza contare il tributo di vite umane che stiamo pagando, quello militare è un capitolo di spesa che andrà ridimensionato al più presto.
Pier Angelo Marengo
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