Leggo con incredulità l'articolo sul decimo anniversario dell'ultima promozione in A del nostro Calcio Como 1907: passi per i rituali ricordi sull'emozione del momento, lo stadio pieno, il valore della squadra e del Mister, ma, da tifoso lariano (uno di quelli per cui il risultato della squadra determina l'umore della settimana), non posso condividere, comprendere, né soprattutto accettare, che l'operato dell'allora presidente Enrico Preziosi sia definito "strategia troppo aggressiva"... ma stiamo scherzando? Probabilmente ve ne siete dimenticati, ma la "strategia troppo aggressiva" ha portato il suddetto signore ad una condanna per bancarotta fraudolenta e, evitando ridicole speculazioni sul fatto che si sia trattato di un pattegiamento, mi sarebbe piaciuto leggere che detta "strategia" si è concretizzata in un reato penalmente rilevante, oltre che rappresentare una vergognosa mancanza di rispetto verso la Società Calcio Como, la propria storia, la propria tifoseria e l'intera città per altro non rappresentando l'unico "passo falso" (fallimento del Saronno, valigette piene di soldi per comprare partite) compiuta da Preziosi in ambito calcistico. Perchè omettere questa sacrosanta ed oggettiva verità? Se era comprensibile celebrare la ricorrenza (personalmente, proprio per i motivi di cui sopra, ricordo con molta più emozione il grande salto 1978 - 1980, l'era Gattei, le promozioni dalla Serie D alla C1 con Di Bari, Angiuoni e Rivetti), si poteva, stante la mancanza di volontà di definire la vicenda per ciò che realmente è stata, evitare inutili e sconvenienti chiavi di lettura.
Alessio Valli Faggeto Lario
Noi restiamo convinti che la fase iniziale della storia tra Como e Preziosi debba essere slegata da quella finale: abbiamo fatto riferimento alla strategia inziale, fatta di risorse non comuni. Il decennale della serie A era senza dubbio da ricordare. Non ci sembra che abbiamo celebrato alcunché, al di là del successo. Capiamo che, a posteriori e per vena polemica, lei ricordi più volentieri la promozione in C di Di Bari, ma francamente il paragone, sportivamente parlando, sta un po' stretto...