Al di là delle valutazioni politiche o anche soltanto umane del suo movimento a Cinque stelle, colpisce il fatto che un altro personaggio venuto dal mondo televisivo sia riuscito a convincere gli italiani della bontà del proprio progetto, dopo gli anni delle "telepromozioni" pubbliche di Berlusconi che hanno portato il Paese sull'orlo della bancarotta.
Ora Grillo mostra le facce pulite dei suoi collaboratori, gente che non ha mai fatto politica, e vorrebbe mettere una pezza a questa Italia, che fa acqua da ogni parte, non si sa (ancora) bene in base a quale programma.
Il populismo di Grillo, che ogni tanto esce dalle righe come nel caso della sciagurata affermazione sulla mafia, mi ricorda con le debite proporzioni dovute soprattutto ai tempi diversi, il Fronte dell'Uomo Qualunque fondato da Guglielmo Giannini nel 1944 con il motto "non ci rompete più le scatole".
Giannini a tempo perso scriveva gialli - anche di discreta qualità - e libretti di operette, quindi la matrice "spettacolare" è più o meno la stessa, perché ormai il nostro è un Paese dove ogni giorno va in scena un diverso vaudeville. Grillo e i "grillini" ci dimostrino ora che sotto il vestito della protesta esiste un corpo tonico e soprattutto un'intelligenza propositiva.
Manlio Draghi
Il vero dato elettorale su cui riflettere è l'altissima percentuale di astensioni. Un dato che preoccupa e dimostra come gli italiani si siano disaffezionati alla politica, anche perché quella vera è ormai esercizio raro, sostituita com'è dagli intrallazzi, dalle promesse mai mantenute, dall'ostinata difesa di assurdi privilegi.
È del tutto normale che in un contesto così degradato spuntino proposte come quella di Grillo, che promette trasparenza, riforme e parlamentari non "professionisti", a casa al massimo dopo due mandati. Speriamo che sia davvero l'inizio di una svolta. Sarà interessante osservare quel che accade a Parma.
P.Mar.
© RIPRODUZIONE RISERVATA