Cara Provincia,
ha fatto scalpore il "frocio" del Cassano pensiero e tutti i moralisti a sgomitare per prendersi i titoli in prima pagina "noi", soprattutto quelli di sinistra che non conoscono la loro storia perché sotto il comunismo i gay non se la passano ancora adesso tanto bene, mentre alle donne iraniane è proibito dalla polizia assistere alle partite di calcio troppo occidentali, ma questa mancata "libertà" come la definiscono le nostre alquanto orbe "femministe"?
E i vendolani che straparlano di omofobia vedo che non alzano la voce contro il regime a loro tanto caro, sarà forse perché se la prende "solo" con le donne?
E l'UEFA, la UE, Napolitano, il Governo, l'opposizione, Amnesty International... chi tace acconsente, evviva il calcio che non è razzista ma solo con i gay, e i calciatori e i loro puritani dirigenti non hanno vergogna a scendere in campo sapendo, o facendo finta di non sapere, che le loro imprese non sono per tutti?
Enzo Bernasconi
A Cassano han fatto una domanda maligna, giusto per provocare una reazione mediatica. Una cassanata. Uno sgorbio dialettico e non solo. Una sparacchiata, dove va va. E ci si ride sopra. Cassano ha dato una risposta goliardica a una domanda golosa. Gol di qua e gol di là.
Risultato di mediocre pareggio. Su altri campi e in altro modo ci si dovrebbe confrontare a proposito di temi seri, se li si vuole affrontare in modo serio. Il resto è spettacolo circense, squallida caccia alla notizia per la notizia, uso spregiudicato degli appetibili creatori della medesima.
Cassano ha rimediato una figuraccia, ma non è stato il solo. L'hanno preceduto e seguito gl'intervistatori e i commentatori, tutti con la fobia dell'assalto allo scoop e dell'evidenziazione di se stessi. Questa è la civiltà di oggi, e il calcio non vi sfugge perché non vi potrebbe sfuggire neppure se lo volesse.
Il calcio non è né meglio né peggio di ciò che lo circonda: è la stessa cosa, con il vantaggio (lo svantaggio) di avere in disponibilità un'eco che altri non hanno.
Max Lodi
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