All'accettazione del Pronto Soccorso dell'Ospedale Sant'Anna l'infermiera di turno cerca di scoraggiarci, dice che l'attesa sarà lunga, che se la persona infortunata non ha perso conoscenza non c'è bisogno di accertamenti... La mia amica ha un forte dolore alla testa, la fronte è gonfia e livida... Decidiamo di affrontare l'attesa. Dopo la mezzanotte (siamo lì da 6 ore, quasi) il tabellone che riporta il numero delle persone in attesa non cambia, arrivano persone con il codice rosso e l'infermiera a cui chiediamo notizie ci dice che l'attesa sarà ancora lunga, non meno di tre/quattro ore.
Siamo entrambe stremate, la mia amica ha bisogno di riposo. Decidiamo di rinunciare, come noi altre persone, alcune delle quali si trovavano lì anche prima del nostro arrivo. E' questa l'eccellenza della sanità in Lombardia di cui si vanta l'ineffabile presidente Formigoni? Sono amareggiata!
Graziella Cotta
Capisco il suo stato d'animo per aver vissuto la stessa esperienza. Purtroppo l'accesso al pronto soccorso è un problema che riguarda tutte le strutture ospedaliere. Buona parte della responsabilità è dell'utenza, che vi si reca anche quando non sarebbe strettamente necessario. Speriamo che la situazione migliori. Con un decreto ministeriale dell'ottobre scorso, la Asl ha ricevuto oltre 3 milioni per una "casa della salute" in ogni distretto. I distretti sono quattro, più uno speciale a Campione d'Italia: Como, Medio-Alto, Brianza e Sud Ovest. Ognuno disporrà del nuovo servizio, punto di riferimento per liberare i pronto soccorso ospedalieri da tutte le domande improprie e per tutte quelle patologie, acute oppure croniche che oggi non sanno a chi rivolgersi.
Pier Angelo Marengo
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