uno degli ultimi veri signori del nostro spettacolo qualche giorno fa ha compiuto 75 anni.
Parlo di Renzo Arbore, gentiluomo d'altri tempi e geniale scopritore di talenti nonché inventore di trasmissioni radiofoniche e televisive che hanno fatto la storia.
Memorabili, per quelli della mia generazione, "Bandiera gialla", "Per voi giovani" e soprattutto l'indimenticabile "Alto gradimento", con Gianni Boncompagni e le incursioni di Scarpantibus-Giorgio Bracardi, della signorina De Magistris, dell'ex federale Romolo Catenacci.
Ma la vera rivoluzione Arbore la fece in televisione con "L'altra domenica", la sua risposta alla paludata "Domenica in", con le parodie dei quiz, e il lancio di personaggi che sarebbero diventati famosissimi: dal "critico cinematografico" Roberto Benigni ad Andy Luotto, dallo stralunato Mario Marenco "che cammina un po' sbilenco" alla giovanissima e bellissima Isabella Rossellini.
Che tempi, verrebbe da dire, con il divertimento condiviso tra conduttori e spettatori, l'attesa della domenica per vedere cosa avrebbe tirato fuori dal cilindro il giovane Benigni dagli improbabili occhiali e dal pesante accento toscano.
Poi "Quelli della notte", con "l'edonismo reaganiano" di D'Agostino, gli aforismi di Catalano e il comunista romagnolo Ferrini "non capisco ma mi adeguo", segni di una comicità goliardica e genuina di cui purtroppo si son perse le tracce.
Giovanna Ardemagni
Cara signora Ardemagni,
Renzo Arbore è un maestro del saper vivere, una delle poche persone che ha saputo trasformare le proprie passioni in lavoro riuscendo sempre a divertirsi. In molti ricordano la sua apparizione al Festival di Sanremo con "Il clarinetto" e poche volte si è visto un interprete godersela proprio nell'eseguire il suo pezzo.
In questo Arbore ricorda un altro grande personaggio, stavolta della nostra letteratura, Mario Soldati, che prendeva la vita come un grande gioco, divertendosi a ogni incontro, a ogni novità incontrasse sul suo cammino.
Una lezione per le nostre nevrosi.
Vittorio Colombo
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