Assisto a un nuovo metodo di fare politica. I nostri governanti, e non, mettono a rischio la loro faccia di fronte a tutti gli italiani.
Per esempio Berlusconi, dopo aver fallito come politico, come capo di governo e come capo di partito vorrebbe rientrare in politica per salvare il suo partito. In realtà ancora una volta vuole solo salvare se stesso da tutte le malefatte che hanno portato il nostro Paese nel ridicolo. Sempre parlando di facce, voglio proprio vedere chi saranno coloro che ci metteranno la propria dandogli ancora una volta fiducia.
Carlo Ceriotti
Berlusconi rientra (se rientra) non per vincere, ma per non perdere. Cioè per raccogliere un consenso sufficiente a farlo pesare ancora in Parlamento.
Dunque ad essere azionista del governo prossimo futuro, verosimilmente un governo Monti bis sorretto dai partiti che lo sorreggono oggi. Berlusconi ha motivi politici per fare questa scelta, e probabilmente anche motivi personali.
Un conto è essere imprenditore con valore istituzionale aggiunto e un conto non esserlo: le aziende di riferimento ne traggono o non ne traggono beneficio. Attualmente le sue aziende, non floride come in passato, hanno bisogno di tutto tranne che d'un Cavaliere indebolito.
Quanto al resto - governanti e pseudogovernanti che ci mettono la faccia - l'esempio ultimo della Sicilia, sul ciglio del default e con il suo presidente ostile a dimettersi, spiega bene lo sfascio di parte del Paese: la presidenza della Regione ha dipendenti in numero cinque volte superiore a quelli del premier inglese, diciottomila con posto fisso e duemilatrecento a tempo determinato; più di settemila lavorano in società partecipate e i forestali e gli occupati socialmente utili rappresentano un esercito di venticinquemila persone.
Lombardo, il presidente, rifiuta l'invito di Monti ad andarsene: si violerebbe, dice, la mia autonomia.
La nostra - la nostra d'italiani che mantengono questi sprechi - non la vìola mai nessuno, a dar retta ai vari Lombardo.
Max Lodi
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