Nel 1929, la gravissima crisi economico-finanziaria che colpì gli Stati Uniti, fu avviata a soluzione da Roosevelt. Fra le misure, la più eclatante fu il quasi raddoppio di stipendi e pensioni e gli aiuti ai contadini affinché i ceti meno abbienti potessero far girare l'economia; e cospicui finanziamenti alle imprese edili per costruire le grandi opere. Esattamente l'opposto di ciò che hanno fatto i nostri politici e i tecnici guidati dal bocconiano Monti, i quali, tutti, hanno ridotto dipendenti e pensionati alla fame e al suicidio. L'intelligenza e l'intuito non sono figli di una o più lauree, ma doti di madre natura che i nostri 1.037 parlamentari nazionali ed europei strapagati e i tecnici non posseggono.
Roberto Mangoni
Il Paese non s'è affidato a uno stuolo d'incompetenti a governare.
I governanti sono invece costretti ogni giorno a sfidare l'incompetenza d'uno stuolo di parlamentari. L'incompetenza e il calcolo politico: il Parlamento sostiene o boicotta l'azione del governo a seconda di quel che conviene a ciascun partito lì rappresentato. Non a seconda degl'interessi del Paese. Il tasso d'irresponsabilità è elevato.
Lo sarebbe di meno se il governo tecnico fosse anche politico, ciò che probabilmente accadrà dopo le elezioni: anticipate oppure no, è la stessa cosa. Pdl e Udc sono dell'idea di riconsegnare il mandato a Monti, il Pd lo era, e ora sembra non esserlo più. Bersani è convinto di vincere, e vuole vincere, non pareggiare e dividere la posta con Berlusconi e Casini, prevedibilmente destinati a perdere. Proprio per questo nicchia sulla modifica della legge elettorale in senso proporzionale, che favorirebbe i due sconfitti (associandoli comunque al nuovo potere) e penalizzerebbe il vittorioso (non gratificandolo d'alcun premio di maggioranza).
Ma Bersani deve badare a non rivestirsi troppo presto dei panni di un'annunziata grandeur come fece Occhetto nel '94. Dietro l'angolo comparve Berlusconi e lo denudò. Ora dall'angolo è già sbucato Grillo.
Max Lodi
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