Cara Provincia,
sono sbigottito e quasi non credo ai miei occhi nel leggere le deliranti dichiarazioni di due protagonisti in negativo dall'Italia nel secolo scorso, persone di cui faccio fatica perfino a scrivere il nome, Licio Gelli e Giusva Fioravanti.
Il capo della P2, in una intervista del 2010, oggi resa pubblica in un documentario finora inedito di Matteo Pasi, si permette di scherzare sulla strage di Bologna del 2 agosto 1980, dicendo che fu un mozzicone di sigaretta a provocare l'esplosione, e scagionando così i due autori materiali, Fioravanti e Mambro, condannati con sentenza definitiva.
L'ex baby attore de "La famiglia Benvenuti", invece, va perfino oltre l'immaginabile, irridendo il presidente dell'associazione per le vittime della bomba, che provocò la morte di 85 persone e il ferimento di altre 200. Fioravanti sostiene che l'associazione è politicizzata e il suo presidente, Paolo Bolognesi, "in fondo ha perso soltanto la suocera e, come dice un mio amico, la suocera non è una vera perdita".
Bolognesi rischiò allora di perdere anche il figlioletto di sei anni, che stando alla sua testimonianza, riconobbe soltanto da una "voglia" sulla pancia tanto era ricoperto di sangue. Mi chiedo se sia giusto dare ancora voce a soggetti come Gelli e Fioravanti, gente da bandire per sempre dalla società civile, amplificando così la loro follia e il delirio di onnipotenza, purtroppo tanto comune nei tempi in cui viviamo.
Ruggero Onorati
Caro Onorati,
concordo con lei sui personaggi in questione, ma sostengo invece la necessità di divulgare le loro dichiarazioni, affinché la gente conosca più da vicino fatti e persone che hanno sfregiato il nostro Paese con azioni criminali.
Ognuno di noi, infatti, dovrebbe essere in grado di "separare il grano dal loglio", e di dare il giusto peso alle parole e alle persone, e l'approfondita conoscenza degli accadimenti deve essere, soprattutto per i giovani, un motivo in più per non ripetere i medesimi errori.
Vittorio Colombo
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