Il tempo, che dovrebbe essere galantuomo, ci richiama alla realtà ricordandoci che dall'1 gennaio 1942 al 20 gennaio 1992 la bontà dello Stato ha concesso ben 34 interventi di perdono giudiziario a cui vanno aggiunti, i recenti indultino (anno 2003) e l'indulto (anno 2006).
Tenendo inoltre conto della Legge 199/2010, o legge Alfano, che permette, avendo i requisiti richiesti, di espiare la pena residua, non superiore ai diciotto mesi, in ambito domicialiare si sono fatti, anche se piccoli, passi in avanti.
Da tempo purtroppo le carceri italiane, sono condizionate da un sovraffollamento di detenuti stranieri che sono diventati ospiti degli istituti di pena perché traditi dall'illusione di poter trovare un ambito di vita migliore che l'attuale crisi, non permette nemmeno ai cittadini italiani residenti.
Il problema deve essere risolto "a mare" perché le continue incontrollate traversate approdano, se tutto va bene, al porto della continua incertezza e i provenienti dall'Est Europeo, che non sono pochi, se accolti in strutture provvisorie e senza assistenza sono costretti ad arrangiarsi negativamente.
Il problema della concessione di eventuali benefici alternativi alla detenzione dovrebbe essere affrontato con il concorso anche degli Stati di origine dei detenuti stranieri, coinvolgendo l'Unione Europea, e applicando, con gli Stati sottoscrittori, la «Convenzione di Strasburgo», che con i requisiti richiesti, permette di espiare la pena residua prevista, nel proprio Paese di origine.
Diversamente, viste le ripetitive negative esperienze, continueremo a perseverare, con ottusa diabolicità, in un ripetitivo errore senza fine.
Gaetano Daino
Como
Il problema del sovraffollamento delle carceri è strettamente connesso a quello della criminalità di matrice extracomunitaria. Gli immigrati che delinquono dovrebbero essere rimpatriati. La questione andrebbe affrontata a livello comunitario, ma l'Europa fa orecchio da mercante.
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