Ora, dando per scontato che (e noi a Como ne sappiamo qualcosa viste opere costose quanto inutili tipo il progetto paratie, oppure su scala italiana le mille cattedrali nel deserto e dulcis in fundo il costo esorbitante della classe politica) l'ammontare del costo di un'opera non è direttamente proporzionale alla sua utilità, bisogna rendersi conto che in materia di sperimentazione animale sono in ballo un sacco di interessi per lo più di natura economica, e nessuno di questi ha a cuore il bene dell'uomo o dell'animale. Fermo restando che esistono metodi alternativi ai test sugli animali e a questi ultimi deve obbligatoriamente far seguito la sperimentazione sull'uomo.
Per quanto riguarda i protocolli citati dal signore, occorrerebbe innanzitutto guardare oltre ed esaminarli ad uno a uno, questi protocolli. Siamo proprio sicuri che essi siano etici o anche solo sensati?
Quanto all'aspetto più prettamente scientifico della questione, lascio che qualcuno più ferrato di me in materia dica la sua, ma mi permetto di far notare che al contrario di quanto pensa l'uomo della strada la "sperimentazione animale" poco ha a che fare con la ricerca o la medicina, trattasi per lo più di test che osservano le reazioni provocate dalle sostanze più disparate a cui gli animali vengono sottoposti nei modi più disparati (persino le lamette da barba vengono testate, infliggendo tagli).
E concludo con una provocazione: se sulla confezione di uno qualsiasi degli shampoo in commercio, invece dell'innocua scritta "dermatologicamente testato", apparisse l'immagine dell'occhio di un coniglio distrutto dalla ripetuta e continua esposizione a questa sostanza, forse anche l'uomo della strada potrebbe avere qualche scrupolo di coscienza e scegliere, perché no, un prodotto non testato sugli animali.
Grazie per l'attenzione.
Francesco Pozzi
Como
Grazie a lei per aver sollevato il problema. Il dibattito è aperto.
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