Al Sud invece le scuole sono più generose nel dare i voti ai propri studenti, con il risultato che gli alunni meridionali hanno voti più alti rispetto ai settentrionali, a prescindere dall'effettiva preparazione.
Purtroppo a questa evidente discrepanza nessun governo ha mai voluto mettere mano.
Roberto Colombo
Quale mano può mettere un governo a simile problema? La scuola ha la sua autonomia, l'università che forma gl'insegnanti idem. Anche le coscienze individuali sono autonome. E infine lo stesso vale per un sistema d'istruzione d'una certa area geografica: ci si parla e confronta, si programma e si decide tenendo conto delle specificità locali.
Il governo può sorvegliare, indirizzare, se del caso correggere. Lo può su una materia ampia, non lo potrebbe mai sulla generosità o sull'avarizia dei docenti nel giudicare gli allievi. Circa il buonismo nella scuola, andrebbe aperto un capitolo a parte. Perché un conto è disinteressarsi della risposta che gli studenti danno nell'applicarsi allo studio, e qui siamo nel campo del deteriore menefreghismo; e un conto è evitare rigidità di conduzione d'un gruppo, e qui siamo nel campo d'una avveduta gestione dei ragazzi.
La scelta non è tra essere severi o accondiscendenti, ma tra insegnare in un modo piuttosto che in un altro.
L'obiettivo sta nella comunicazione del sapere, nel suo apprendimento, nella sua, per così dire, metabolizzazione. Il mezzo per conseguirlo è qualcosa di diverso dalla disciplina per la disciplina: è il rispetto delle regole, che in un consorzio umano che voglia dirsi tale dovrebbe nascere per naturale predisposizione degli appartenenti. Questo fanno propedeuticamente capire i bravi professori d'ogni latitudine ai discepoli che intendano esser bravi alla latitudine medesima e anche ad altre.
Max Lodi
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