Un anno fa Monti fu chiamato al capezzale del paese per arginare l'ondata di poca credibilità livello internazionale e per rimettere ordine nei conti pubblici. Nei giorni scorsi in Afghanistan il presidente ha detto ai nostri soldati: «Meritate un'Italia migliore, mi impegno e ci impegneremo per questo doveroso progresso». È un manifesto politico elettorale che non esaurirà l'impegno dei professori a un periodo tecnico o qualcuno crede che per l'Italia migliore Monti pensava a Renzi o a Grillo o ai partiti che hanno gettato la spugna?
Francesco Degni
Monti non rifiuterà un incarico bis se glielo proporranno dopo le elezioni. Lui non si candiderà. Se la legge elettorale verrà modificata in senso proporzionale, è scontato che l'evento si verifichi: destra, sinistra e centro s'accorderanno per reinvestire Monti del ruolo arginando il fenomeno Grillo. Se la legge elettorale sarà quella attuale con lieve modifica (premio di maggioranza subordinato al superamento d'un 40-42 per cento di voti), nessuno avrà i numeri per prevalere sia alla Camera sia al Senato. E anche in questo caso si ricorrerà a Monti. Non però affidando le chiavi del Paese a un governo tecnico. Il governo sarà politico, con qualche ministro tecnico. Per comporlo risulteranno decisivi i centristi: Casini confida nell'alleanza con Montezemolo, Fini e altri che si collegheranno in un listone moderato bendisposto a governare con i riformisti. È un'idea cui aderirà, sul fronte opposto, anche Vendola. Ma solo dopo la campagna elettorale. Lega e quel che resta dell'Idv si divideranno, oltre ai grillini, il ruolo d'oppositori.
Max Lodi
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