In questi giorni si parla di Grillo e della validità o meno di una candidatura politica da parte di un comico. Ma a cambiare dev'essere l'intero sistema lobbistico politico.
Non è più accettabile che incarichi qualsiasi in Parlamento facciano guadagnare più di presidenti di Stato. Poco importa se questi privilegiati siano politici per mestiere o figure diverse che si sono avvicinate alla politica. Focalizzarsi sul ruolo sociale/lavoro di un politico per escluderlo a priori, indipendentemente dall'operato che potrebbe svolgere, è il rovescio della medaglia del voto dato alla categoria e non alla persona.
Ilaria Mascetti
Fino Mornasco
Se la maggioranza d'oggi in Parlamento avesse deciso di ridurre i costi, cancellare i privilegi, eliminare gli sprechi, il movimento di Grillo non sarebbe alle percentuali di consenso che si son viste in Sicilia. Più che d'ogni altra cosa, la politica (ci sono le eccezioni) difetta di buonsenso e realismo. Ed eccede in fiducia nella credulità popolare. Quando quelli che sono stati al governo negli ultimi anni portando il Paese sull'orlo del fallimento demonizzano il governo d'emergenza e non fanno un minimo d'autocritica, espongono il manifesto dell'inattendibilità. Pur essendo convinti d'operare il contrario. Cioè d'esser furbi. Il che è tragicomico. Non han capito che gl'italiani si sono stufati dei furbi, oltre che dei corrotti e dei ladri. E che ogni parola trasformista diventa o un voto in più al grillismo o un voto in meno nelle urne. E un Paese ad elevato tasso d'astensionismo è un Paese a bassa sicurezza sociale. Con danni potenziali devastanti per chiunque vincerà le elezioni.
Max Lodi
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