Ma l'innovazione è un vento nuovo che potrà soffiare

Le politiche 2013 sono prive di vento innovativo riguardo i partiti da un ventennio sulla cresta dell'onda. Di nuovo non vi sarà nulla: si voterà con il "porcellum"; ci saranno vecchie alleanze; i partiti inizieranno a scannarsi fra loro; penseranno a nuove tasse e balzelli; si aumenteranno i propri stipendi e vitalizi; poi qualche politico ha il coraggio di offendersi - mi ritengo io offeso in veste di cittadino da questi politici - per il linguaggio "colorito" di Littizzetto, la quale espone ciò che la stragrande maggioranza degli italiani pensa della classe politica.

Roberto Mangoni


Il vento innovativo potrebbe invece soffiare. Se va in porto il progetto di un "rassemblement" che tenga insieme i moderati, lo scenario cambierà. Certo non nel senso auspicato da Berlusconi, che vorrebbe Monti a capo di un'area che va dalla Lega a Casini a lui stesso. Monti - con il sostegno del Ppe - non ci pensa neppure, a stare al gioco di Berlusconi. Pensa ad essergli alternativo, e se darà sostanza all'idea, il Pdl imploderà. Parte della frantumazione si raggrumerà attorno alla lista del Professore. L'Italia Futura di Montezemolo, l'associazionismo cattolico e Casini ne saranno gli altri sostenitori. Una quota di elettori potenziali del Pd potrebbe migrare verso questo polo. Non è poco, a proposito di nuovo. Uno schieramento simile può vincere? Può avvicinare il centrosinistra che ha i favori del pronostico, e pareggiare il conto con il 15-18% che verosimilmente prenderà Grillo. Poi si vedrà che governo fare. Di sicuro sarebbe un governo d'impronta ben diversa da quelli dell'ultimo, sciagurato ventennio.

Max Lodi

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