Roberto Colombo
Monti ebbe un'uscita infelice. Voleva spiegare che la deriva sociale della crisi economica era in Italia meno grave che in Grecia. Gli rappresentarono la situazione dei suicidi, e lui rispose nel merito.
Cifra contro cifra, e finì lì. Non doveva finire lì, naturalmente; anzi, da lì, da quel dato, doveva cominciare una riflessione breve ma profonda sulla sacralità della vita. Di qualunque vita. Monti valutò che fosse una riflessione implicita e scontata, e non la fece; ma talvolta vale la pena di ripetere quello che sembra acquisito. Ci sono ragioni che il cuore si rifiuta di conoscere, e bisogna dedicarsi con cura a fargliele comprendere. In fondo la buona amministrazione d'un Paese è questo: raccordare il realismo col sentimento. Senza il secondo, diventa difficile - a volte impossibile - conseguire il primo. Il presidente del Consiglio ha confessato tempo fa d'essere salito in politica per spirito di servizio verso il Paese, ma senz'avvertire un trasporto intimo per tale scelta.
Dovrebbe invece recuperare la valenza emozionale della missione e trasmetterla agl'italiani: il segnale più importante che molti di loro aspettano è la passione secondo Monti.
Max Lodi
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