A fine febbraio voterò. Non lascerò che qualcun altro decida cosa succede della mia vita senza almeno far qualcosa per indirizzarle. Voterò per chi sostiene che la situazione è grave e degna di misure severe e impopolari, per chi mi promette fatiche e sacrifici, che possono ulteriormente abbassare il mio tenore di vita, ma in cambio di prospettive per le future generazioni, che hanno il volto delle mie figlie. Voterò per chi continuerà e valorizzerà l'opera di risanamento che nell'ultimo anno mi è costata personalmente molto, ma è l'unica strada per uscire dal disastro del trascorso decennio. E sceglierò chi ritengo più adatto a garantire un percorso di equità e giustizia sociale. Tremo al pensiero che un numero consistente di miei concittadini creda ancora alla promessa di ricchi premi e cotillon: non verrà mai mantenuta, ma nello sciagurato caso lo fosse, porterebbe alla rovina i più deboli e onesti di noi e le future generazioni.
Giorgio Riccardi
Le illusioni (dissociamoci dal Leopardi) non sono il male assoluto della vita. Talvolta (associamoci al Foscolo) sono un bene. Ma non certo se la vita cui alludiamo è quella politica. Vale la pena di ricordare Machiavelli: «Non sai quanto poco bene si trova nelle cose che l'uomo desidera, rispetto a quello che ha presupposto di trovarvi?». Il peggiore dei peccati è ingannare. Cioè promettere e non mantenere. Poi fidare che la memoria popolare sia fallace. Infine riproporre cose già proposte e archiviate. E, per completare il quadro, addossare agli altri le proprie responsabilità. Il tutto è riassumibile in un'offesa all'intelligenza degli elettori. Mai come oggi la nostra povera intelligenza si sente sfregiata da ricche offese.
Max Lodi
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