La propaganda elettorale è priva di validi contenuti. È come il lancio di un nuovo prodotto "cosmetico". Faremo, toglieremo: i vecchi capitani "Schettino" della politica italiana sono con l'acqua alla gola e non sanno più cosa inventarsi per farsi rieleggere. Prima, e poi con l'avvento del "Monti-tasse", hanno affondato il "Titanic" dell'economia e le poche scialuppe di salvataggio le hanno usate a proprio vantaggio, eludendo a sfavore di noi cittadini numerosi articoli della Costituzione. Ora si accapigliano fra loro attaccandosi ai sondaggi pur di vedersi avanti di qualche punto rispetto all'avversario politico: non si capacitano di quanto siano distanti da una mentalità di "vera" democrazia.
Roberto Mangoni
La sensazione è che la campagna elettorale sia entrata in un sorprendente realismo. Le ultime uscite di Monti mirano a illustrare proposte concrete, nuove, perfino spiazzanti. I rivali sono trascinati a misurarsi sullo stesso terreno. Chissà che non sia davvero una svolta interessante per un Paese in cui prevale il disinteresse per la vena pragmatica. Sulla questione lavoro, per esempio, prevedere che a un sindacato minoritario in azienda sia garantita la rappresentanza anche se non firma l'accordo, è un'innovazione importante.
Idem quella che immagina di ridurre le vacanze scolastiche a un solo mese, per attenuare i disagi delle coppie che lavorano. Altrettanto inedita la normativa che mira a incentivare la previdenza complementare privata. Tra il dire e il fare rimane il solito mare. Ma discutere di questi argomenti invece che di Mussolini e d'altro di non meno inutile è già un passo avanti. Un passo insperato.
Max Lodi
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