Nonostante malcostume e arroganza, i nostri politici sono stati premiati. In alcune liste elette ci sono persone indagate e anche condannate. Fa niente, non abbiamo la cattiveria o il senso della giustizia per condannarli. In Italia, se uno ti si presenta alla porta, lo fai entrare, se poi ti parla di tuo figlio, ti lasci commuovere, gli dai anche dei soldi; poi se ne approfitta e ti ritrovi senza più niente. I nostri politici lo sanno e fanno così, protetti dalle leggi che si sono confezionati allo scopo. Lunedì mattina ho sentito un anziano, accompagnato dal figlio a fare la spesa, rispondere così alla domanda se fosse andato a votare: «Sì, sono andato per non far loro un torto». Riferito ai politici. Noi italiani siamo fatti così.
Gianfranco Longhi
Conserviamo l'idea di rispetto delle istituzioni, nonostante tutto. Anche di fiducia nel Paese, pur se ci delude spesso. Infine di ottimismo tenace a morire. E questo è positivo. Di speranze ne sopravvivono molte. La più importante è la speranza nella diseguaglianza: che non tutti i politici siano fatti della stessa pasta. È una speranza fondata: c'erano eccezioni di buoni politici nel passato, ci sono nel presente. Essere distruttivamente apocalittici nel liquidare tutto e tutti con un rifiuto cosmico non porta a qualcosa di meglio, ma aggiunge qualcosa di peggio a una situazione difficile (drammatica). È una di quelle situazioni dalle quali si esce proprio tramite l'arte della buona politica. Aspettiamo che un gruppo (basterebbe un gruppetto) d'artisti del ramo si metta all'opera: in fondo ci basta che sappiano essere minimalisti per ottenere il massimo cui aspiriamo. Cioè un quadro (generale) espressionista del buonsenso (popolare).
Max Lodi
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