L'ambiguità del risultato elettorale italiano dà frutti avvelenati. «In Europa s'allarga il solco Nord-Sud; e ora la Merkel non farà sconti all'Italia». Non più un cordone sanitario per il salvataggio di questo o quello dei Paesi meridionali, ma «una riflessione conclusiva sulla necessità di cambiare il sistema euro, o abbandonarlo». L'ex capo degli industriali tedesco propende per due euro, uno del Nord e uno del Sud Europa. «Stiamo vivendo la peggiore crisi della nostra storia» afferma uno dei fondatori di "Alternativa per la Germania" e bisogna evitare «che gli italiani ci ricattino con la minaccia di uscire dall'euro». Si auspica un "Piano B" che preveda il crollo dell'euro. E noi? Si folleggia.
Ulderico Monti
Da noi c'è chi pensa non che gli euro debbano essere due, ma che non ce ne debba essere neppure uno. Grillo, la Lega, perfino Berlusconi. Ma sì, distruggiamoci allegramente: via l'euro, via dall'Europa, via tutto ciò ch'è razionale. Ma poi, quando si viene chiamati a prendersi responsabilità dirette, la marcia indietro si fa (meno male) rapida perché un sussulto di realismo prevale sulle scosse d'irrealismo. Vedi l'M5S e il rapporto col resto del Continente. Che cosa concluderne? Che si chiacchiera molto - s'imbonisce moltissimo - con poco o nessun costrutto. Soprattutto sacrificando la cognizione di causa alla causa della campagna elettorale. Il Paese (buona parte del Paese) è questo: strepitosamente inattendibile. È giusto denunziare mali politici, finanziari, sociali. È sbagliato raccontare di volervi rimediare con proposte d'irrimediabile fallimento, se per davvero attuate. È il rilievo che ci muovono dall'estero, e non si può far torto alla loro ragione.
Max Lodi
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