<+tondo_let>Si drammatizza sulla necessità di trovare un accordo a tutti costi per eleggere il presidente della Repubblica nelle prime tre votazioni, quando sarà necessaria una larga maggioranza. Anche in casi precedenti i presidenti non sono stati eletti con una simile maggioranza, eppure si sono rivelati poi rappresentativi di tutte le forze politiche. Non è da escludere che possa andar così anche questa volta. Meglio un presidente che si dimostri successivamente di tutti che un presidente che venga fatto passare per tutti adesso, e invece non lo è.
Gino Canali
Su questo dettaglio bisognerebbe riflettere. Perché non è affatto un dettaglio. È meglio votare per qualcuno che si crede portato al ruolo presidenziale piuttosto che per qualcun altro che si dubita lo sia. Se un votabile viene reputato in grado di rappresentare tutti, al di là del consenso che al momento può/non può ricevere da tutti, perché non votarlo? La forte convinzione in una scelta conta più della sua (magari) fragile praticabilità. Detto questo, e per rimanere sul concreto, cioè sui nomi pronosticati dei quali si chiacchiera, appare irrealistico l'ostracismo a priori del centrodestra verso Prodi. Prodi che raccoglie il consenso di buona parte del centrosinistra e d'una parte dei grillini, qualora fosse votato dal centrodestra non potrebbe che sentirsi obbligato ad esserne il garante esattamente come per tutti gli altri. Non c'è mai stato presidente che, una volta eletto, non abbia subito una mutazione istituzionale, archiviando il proprio passato, immedesimandosi nella parte chiamato a svolgere nel presente, guardando al futuro con occhio nazionale. A volte sono più utili gli ex nemici degli amici.
Max Lodi
© RIPRODUZIONE RISERVATA