Cara provincia
Martedì 24 Marzo 2009
Le mutande di Mourinho non mi vanno neanche un po’
Ma lo shopping di un personaggio in città rimane una curiosità
Cara Provincia,
in questi giorni ho letto più volte articoli inerenti la visita di Mourinho a Como per fare spese.
Io dico, daccordo che è un personaggio famoso, ma a me sembra eccessivo scrivere due articoli per sbandierare ai quattro venti gli acquisti "famosi" di biancheria intima, chiamata anche mutande.
Ora mi chiedo: se io, semplice cittadino, vengo invitato a una festa di nozze, per stare nel normale devo acquistare un nuovo abito, che per me, come per migliaia di persone, è un piccolo sacrificio economico visto i tempi che corrono, però nessuno si sogna di parlarne, mentre se Mourinho compera le "mutande" si riempiono i giornali....Cose strane del terzo millennio.
Cordiali saluti.
G.Paolo Gabaglio
In parte lei ha ragione. Nel senso che la normale vita quotidiana di un personaggio famoso non dovrebbe essere una notizia. Mourinho abita a Como, dunque capiterà anche a lui di andare a fare la spesa come tutti i comuni mortali. Perché diciamo che ha ragione solo in parte? Perché lei l’avrebbe "totalmente" se l’eventuale avventore del negozio che se lo ritrovasse accanto in coda alla cassa, poi non andasse a raccontarlo con enfasi a casa. Siamo una piccola città di provincia, e nonostante tutto quel che si dice sui vip di stanza a Como e sulla nostra proverbiale riservatezza, quando passa qualcuno di conosciuto può capitare di girare la testa incuriositi.
Lo shopping di un personaggio come Mourinho in città (se è la prima volta che lo si intercetta) può anche starci, come curiosità. Poi, conveniamo: se invece delle mutande avesse comprato un vaso cinese o quadro d’autore, la notizia avrebbe acquistato spessore. Ma tant’è. Non siamo invece d’accordo sul riferimento al terzo millennio: se c’è una cosa di cui gli italiani (ma anche gli inglesi, i francesi, tutti...) da sempre sono affamati famelicamente, è il voyeurismo e la curiosità sul comportamento dei vip. Il successo del Grande Fratello sta proprio lì: spiare continuamente persone che non erano nessuno, ma che grazie alla trasmissione diventano vip nell’arco di una puntata. Che poi questo sia triste, o deprimente può essere. Ma è così.
Nicola Nenci
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